Meloni al 25%, ma Draghi al 60% (di Homo Videns)

Agli occhi del mondo, questi due dati fotografano la situazione attuale dell’Italia: Meloni al 25%, ma Draghi al 60%.

Non è difficile immaginare che cosa pensano di noi i francesi, gli americani, i tedeschi: «…i soliti italiani, vogliono “la botte piena e la moglie ubriaca”». 

Eh, già: vogliamo un governo efficiente, autorevole, che soddisfi i nostri bisogni, e ci accompagni dalla culla alla tomba. Come una mamma amorevole, che ci prepara la colazione mattutina, che ci mette la sciarpa al collo quando fa freddo e tira vento. Come un papà largo di portafoglio, che non ci lesina la paghetta e le chiavi della macchina.

E, allo stesso tempo, ci rivoltiamo contro quelle poche regole che la mamma e il papà ci impongono: non lasciare le luci accese dappertutto, non frequentare certe persone e certi ambienti, riportare l’auto a casa senza averla malridotta; e così via. E, in nome della nostra sacra individualità, siamo pronti a mettere il broncio, scioperi della colazione, e così via. Il richiamo alla realtà diventa una specie di attentato alla nostra sovranità, una proletaria “lesa maestà”. Ma papà e mamma sono così comprensivi che ci accontentano, più o meno, quasi sempre. Sì, le regole ci sono, ma sono sempre un po’ lasche; i rimproveri pure, ma sempre con la carezza. E se qualcuno si azzarda a fare un minimo rilievo ai nostri figli, apriti cielo! Lo sanno bene gli insegnanti.

Circa 30 anni fa, un tale Berlusconi capì l’anima profonda degli italiani. Non è che prima la DC non l’avesse capito; non è che il fascismo non l’avesse capito. L’anima degli italiani è più o meno la stessa dai tempi del Gattopardo: adeguarsi ai nuovi vincitori! Ovvero: Francia o Spagna purché se magna! Solo che Berlusconi portò la nostra anima all’eccesso e si propose come una mamma generale, la super-mamma dell’Italia: meno tasse, meno magistratura, condono per tutti. Tradotto in politica: meno Stato, più Mercato.

Fece contenti molti figli, specialmente i figli di buona donna (altrimenti detti “furbetti del quartierino”), di cui l’Italia può vantare il primato mondiale. L’on. Cetto Laqualunque è stato l’incarnazione politica dell’Italiano medio negli ultimi 30 anni, anche se poi ha cambiato nome: si chiamava Berlusconi, poi Salvini, poi Grillo, adesso Meloni. Sentiteli oggi: “Le bollette devono essere pagate dallo Stato!” “L’Europa deve proteggere le famiglie degli italiani!”. E così via dicendo.

Volete una conferma? Guardate l’accoglienza favorevole che sta avendo il “Piano Cingolani” per il risparmio energetico. Sta piacendo a tutti, alle vecchiette, ai giovanotti, agli automobilisti e ai ciclisti. In fin dei conti, cosa volete che sia un grado in meno? o spegnere le luci nella stanze vuote? o far andare le lavatrici a pieno carico?

Ma gli economisti dicono che è acqua fresca: le imprese non ne ricaveranno un grande vantaggio, alcune saranno costrette a chiudere. Segno che anche mamma-Draghi si è adeguato all’andazzo. Nella crisi petrolifera del 1973-74, (chi c’era se lo ricorderà) la DC di Rumor prese la cosa molto più sul serio: niente aiuti per ridurre i prezzi dei carburanti, riduzione dell’illuminazione pubblica, chiusure dei negozi ad un certo orario, dei ristoranti alle 24 (il sottoscritto e la consorte restarono a digiuno a Venezia, per aver sforato di 5 minuti le ore 24:00), le domeniche a targhe alterne, una domenica le auto pari, l’altra domenica le auto dispari...

Rumor si azzardò a dire che “era finita l’era dell’abbondanza”. Un po’ come ha fatto Macron in Francia, la settimana scorsa. Da noi si continua a far finta di niente. Basta andare in qualche ufficio pubblico, in qualche ospedale, in qualche ufficio postale: luci accese in tutte le stanze, condizionatori al massimo e finestre aperte.

C’è una certa continuità tra il Risorgimento, il Fascismo, il Centrismo democristiano, il Berlusconismo, il Grillismo, il Melonismo: il sottile filo del mammismo. C’è sempre una “mamma” che provvede alle nostre superficialità o, in molti casi, al nostro menefreghismo. In attesa di “mamma Meloni”.

…mancano 16 giorni alle votazioni. (Homo Videns)

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