Calenda e la propaganda dell’estate 2022 (di Homo Videns)

Alcune parole ci stanno già martellando, in questa pazza campagna elettorale:

cristianità, blocco navale, scendere in campo, flat tax, pace fiscale, balneari, tassisti. Ma… anzitutto, una parola ci sta riempiendo… i notiziari e i giornali, ormai da settimane: Calenda.

Già, che ci rammenta questa parola? La calenda, al tempo degli antichi Romani, era il primo giorno del mese e, poiché il loro calendario era basato sulle fasi lunari, era un calendario “lunatico”. Inoltre, il periodo dei primi giorni del mese corrispondeva al giorno in cui si onorava la parola data, si rispettavano i patti e innanzitutto si pagavano i propri debiti.

In effetti, tale Carlo Calenda, sognandosi al 20% un mese fa, nei primi giorni di agosto 2022 ha infine sottoscritto un patto politico; per qualche giorno l’ha anche onorato, quel patto. Ma l’uomo – si sa – è molto volubile; a suo dire, molto coerente …nella volubilità. Così, per non smentirsi, il 7 agosto ha dichiarato di non volere né potere tener fede a quel patto. Quindi, ha detto che sì, quel patto era una cosa buona finché gli altri firmatari fossero stati zitti, lasciando a lui il diritto di dire, non dire, smentire, promettere, e… parlare, parlare. Quando si è accorto che anche gli altri hanno la lingua e la sanno usare più o meno come lui, allora ha deciso di ricorrere all’arma segreta: le calende greche.

Eh, sì: nel calendario greco non esisteva il periodo della “calenda”; e quando qualche Romano (di quelli veri, tipo Giulio Cesare, Augusto, Nerone), voleva fare il furbo, senza rifiutarsi di onorare la parola data, diceva semplicemente che avrebbe pagato il suo debito “alle calende greche”!

Oggi, si dicono tante cose su “Calenda”. Emma Bonino ha detto che è stato “anche …un po’ truffaldino”. Forse non ha tutti i torti. Qualcun altro si è inventato la battuta “ ma che bel… calenda!”; “ma quanto sei… calenda!”; “non fare il calenda!”. Che ne verrà? Uh…! Il 20%? Si vedrà… Mancano 45 giorni alle votazioni… (continua)

(Homo Videns)

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