Il lupo, l’agnello, e il fascismo eterno (di Homo Videns)

Un lupo andò a bere ad un torrente e vide un agnello che stava bevendo, sotto di lui. «Stai sporcando la mia acqua!» – gli disse.

«Ma tu sei a monte ed io a valle, è impossibile che io sporchi l’acqua che scorre sopra di me!» – rispose l’agnello.

Venuta meno quell’accusa, il lupo ne inventò un’altra: «Tu sei l’agnello che l’anno scorso ha insultato mio padre!».

E l’agnello gli rispose che l’anno prima non era ancora nato, dunque non poteva aver insultato nessuno.

«Sei bravo a inventare delle scuse per tutto» – gli disse il lupo; e se lo mangiò.

Così il Ministro degli esteri russo Lavrov al Ministro degli esteri ucraino Kuleba: «Voi ci avete aggredito!». «Ma non è vero» – gli ha risposto Kuleba – «siete voi Russi che avete invaso l’Ucraina».

«Non trovare scuse» – gli ha detto Lavrov – «l’Ucraina non è mai esistita, voi siete degli usurpatori, è colpa vostra se state resistendo e vi state facendo uccidere; e, inoltre, state introducendo la decadenza dell’Occidente nella nostra cultura».

Così Putin, memore della famosa favola di Fedro, ha continuato a bombardare gli Ucraini.

Allo stesso modo, Hitler decise di sterminare gli ebrei, colpevoli di colpe inventate.

Ma facciamo un piccolo passo indietro.

Come sapete, qualcuno alla fine dell’Ottocento aveva inventato la favola che gli ebrei si erano riuniti in Assemblea e avevano deciso di conquistare il mondo per imporre la loro religione ed il loro dominio. Poi, nel 1905, lo zar Nicola II diede ordine di diffondere al massimo quella favola, allo scopo di accusare i rivoluzionari russi del presunto complotto ebraico. Il fervente ortodosso Sergei Nilus mise insieme i pezzi della favola e scrisse “I protocolli degli anziani savi di Sion”. I ferventi servi dello zar lo fecero circolare in tutte le chiese della Russia.

Qualche anno dopo, Hitler riprese quel falso storico, addebitò il presunto complotto a tutti i rivoluzionari, non solo agli ebrei, ma a tutta la modernità, dalla rivoluzione francese in poi; scrisse il Mein Kampf e ne fece il proprio cavallo di battaglia. Quando prese il potere mise in pratica le sue idee.

Come per Hitler così per Putin, non ha importanza che quelle storie siano inventate di sana pianta; quello che conta è che la verità non sta nei fatti reali. La verità è ciò che dice il lupo.

La sua verità l’aveva già detta, Putin, da qualche anno: i Paesi dell’Est che sono entrati nell’Unione Europea stanno portando alle porte della Russia la “decadenza dell’Occidente”. Ora sta mettendo in pratica la sua dottrina.

In questi giorni, illustri storici e filosofi, e anime belle, si affannano a dire che il paragone tra Hitler e Putin non è sostenibile, che sono due cose diverse.

E sì, bisogna riconoscerlo: sono due lupi diversi. Ma con lo stesso scopo: imporre la propria verità. Impedire le libertà occidentali. Se Putin sia più feroce di Hitler saranno i prossimi giorni, forse le prossime ore, a dirlo.

(Homo Videns)

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