Me ne frego! (di Homo Videns)

Abbiamo visto, nella scorsa puntata, che la sovranità giuridica anarco-capitalista si è diffusa, nel secolo passato,

dalla grande industria ai servizi, fino ai piccoli padroncini; e nello stesso tempo, dallo Stato al singolo individuo, in ogni sua manifestazione: quella del nonno che porge la pompa di benzina al nipotino come se stesse a casa sua; quella della signora che “se ne frega” di scoprire in pubblico le sue intimità, quella del signore che fà altrettanto. Ma aggiungiamo anche quella del femminicida, l’uomo che si ritiene padrone della compagna; il quale ritiene offesa la sua sovranità assoluta qualora lei rifiutasse il suo predominio. Ma anche la sovranità del cosidetto “leone da tastiera”, sovrano nel suo dominio facebook. O di quello che si attacca al telefonino appena entra nell’automobile (essendo essa-auto il suo proprio territorio); e che parcheggia in doppia fila; e non si cura di molte altre norme della guida. E, infine, la sovranità anarco-capitalista si è insediata nel sapere comune, fatto ormai di nozioni che si trovano facilmente su google; e che ognuno mastica, inghiotte e proietta a modo suo. Ognuno si fà la legge, la scienza, e anche la giustizia, da sé.

Se le cose stanno così, allora che ne è dell’art. 1-secondo comma della nostra Costituzione? Esso dice: La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Se non andiamo errati, per sovranità si intende il potere di fare le leggi; ed è affidato al Parlamento; e le leggi valgono su tutto il territorio nazionale. Come abbiamo visto, però, ci sono molti territori dove ciascuno si fa la propria legge. In pratica, siamo in una fase storica nella quale l’art.1-secondo comma sta svanendo; perché sta prevalendo il “me ne frego”. È la realizzazione di quello che preconizzavano i teorici dell’iper-liberismo, sin dall’Ottocento. Il più esplicito fu Herbert Spencer, l’inventore del darwinismo sociale: nella società, come nella natura, sopravvive il più forte, gli altri se ne facciano una ragione. Spencer teorizzò il diritto dell’individuo di non riconoscere la sovranità dello Stato; anche, quindi, di non pagare le tasse (viva l’evasione!). Non so se gli attuali sovranisti, e patrioti, se ne rendano conto.

I neo-fascisti certamente si rendono conto di questa contraddizione; ma a loro interessa destrutturare, indebolire, e distruggere l’Ordine democratico, convinti che – nel caos – saranno chiamati a imporre il loro ordine.

Giustamente, dopo l’assalto alla CGIL di Roma, si discute di fascismo e neo-fascismo in maniera più pressante di prima. Si chiede la messa fuori-legge dei gruppi che si richiamano al fascismo, si chiede l’applicazione della Costituzione. Ma la discussione su fascismo e neo-fascismo, e la richiesta di applicare la Costituzione (e la legge Mancino) c’erano già da qualche anno, ben prima dell’arrivo del coronavirus; e forse le forze politiche antifasciste (alcune) non si erano mai veramente impegnate per quell’applicazione. Forse pensavano che si trattasse di una minoranza troppo residuale, tale da non impensierire la convivenza democratica.

È stato l’assalto alla CGIL che ha reso lampante il fatto che il neo-fascismo di oggi è un nuovo fenomeno: si tratta di un senso di arroganza oscillante tra superomismo destroide e anarchia sinistroide. Questo nuovo fenomeno viene a innestarsi sulla crisi di uno Stato liberale che non riesce a rinnovare le sue basi costitutive: principalmente i partiti e la magistratura; ma anche le ramificazioni dello Stato, sia a livello centrale che a livello regionale e comunale. A questo si aggiunga la propaganda insistente ormai da circa un trentennio (si ricordi la discesa in campo di Berlusconi) in favore dell’iper-liberismo, del “privato è bello”, e quindi della privatizzazione dei servizi sociali, finanche dello Stato. Il filo conduttore era la prevalenza del singolo individuo rispetto ai corpi intermedi: bandiera che fu anche sventolata da alcuni pezzi della sinistra (si ricordi Matteo Renzi). La privatizzazione indusse a pensare che bisognava ridurre le regole, ossia le norme di legge che servono a mettere ordine nella concorrenza. Si fece strada l’idea che la concorrenza deve avere pochissime regole; in modo da “far vincere il migliore”. E, con la scusa della lotta alle ideologie, si osannò (in realtà) l’ideologia del libero mercato.

Di pari passo, si consolidò l’idea che ognuno si può costruire la propria verità, non solo nel campo dello sport ma in ogni campo, anche in quello religioso, quello dei valori, quello della salute, quello della scienza. Così, la propria opinione è stata elevata a verità scientifica. Di contro, la verità scientifica è stata declassata a opinione. L’onnipotenza individuale (la mitica hybris di Giove tonante) è diventata il nuovo vangelo. Ma questo era accaduto già prima del coronavirus; in Italia era cominciato alla fine del ‘900 e si è consolidato nel primo ventennio degli anni 2000. Negli Usa il fenomeno era nato ancora prima, è insito nell’ideologia americana. Il sovranismo imperante negli USA non è il nazionalismo, bensì è un sovranismo individuale alla Spencer: individualismo menefreghista che ha trovato il capofila in Trump e che personaggi come Steve Bannon cercano di esportare in Europa. Non a caso hanno individuato l’Italia come il Paese dove l’ideologia ego-sovranista può attecchire facilmente.

Oggi vediamo, dunque, in Italia e in altri paesi Europei (ma quasi in tutto il mondo, eccetto i Paesi apertamente dittatoriali) continue manifestazioni di no-vax, no-green-pass. Si tratta di un mondo variegato di persone, sia di destra che non dichiaratamente di destra: gente perlopiù impaziente, che vede la malattia come una limitazione alla propria onnipotenza; ma anche naturisti, animalisti, spesso di sinistra estrema. In questo mondo irrompe la propaganda della destra estrema, convogliando i vari malesseri fino a farli sfociare in protesta contro lo Stato, in nome di un libertarismo che non le appartiene. Siamo in presenza di un inedito fascio-anarchismo ego-sovranista.

La massima espressione popolare del fascismo “Me ne frego!” si è internazionalizzata ed è entrata, dunque, nella vita comune di ogni giorno; complici alcuni intellettuali di sinistra, idioti utili alla destra. A volte viene da chiedersi se sia vero, quello a cui stiamo assistendo: ma… veramente? Intellettuali di grosso calibro succubi anche loro del precetto fascista “Me ne frego”!?

In realtà, questa espressione (“Me ne frego!”) era complementare a un’altra massima del fascismo: “Tutto nello Stato, niente contro lo Stato, nulla al di fuori dello Stato”. Come sappiamo, non c’è dottrina più Statalista del fascismo; ma oggi viene contrabbandato come libertarismo. La realtà è che costoro cercano di strumentalizzare il menefreghismo oggi imperante, che è un menefreghismo egoista; altro che per lo Stato-Nazione! Un menefreghismo insofferente verso qualsiasi forma di Ordine; un no a tutto.

I neo-fascisti si chiamano Ordine nuovo. E allora perché fomentano il disordine? Ma è chiaro: il loro obiettivo è quello di distruggere l’Ordine democratico. Per questo motivo si alleano con i reduci (leggi brigatisti) dello slogan “Lo Stato borghese si abbatte e non si cambia”. Adesso gridano “Libertà, Libertà”; domani, se vinceranno (con l’aiuto degli utili idioti), passeranno al manganello.

L’epidemia del coronavirus ha messo in evidenza che le regole sono, invece, necessarie; e che devono essere rispettate. Che non si può fare a meno dello Stato democratico. Lo si deve migliorare, di molto anche, ma non se ne può fare a meno. Non solo: non può esistere una verità di ognuno; ma esiste una verità scientifica che, pur non essendo perfetta, è comunque migliore e più plausibile della episodica opinione di ciascuno.

È tornato quindi in scena, ossia alla vista di tutti, il conflitto secolare tra illuminismo e oscurantismo; tra libertarismo e statalismo; in fin dei conti: tra destra e sinistra. Ritorna forte la domanda, che aleggia dal ‘700: è l’individuo che deve prevalere sullo Stato? o è lo Stato che viene prima dell’individuo?

Il fascismo risponde che lo Stato prevale. Lo Stato liberale è, invece, quello che contempera le due esigenze: da un lato, non far prevalere l’anarchia individualistica sulla necessità di regole condivise; dall’altro lato, non far prevalere la forza bruta delle regole Statali sulle libertà individuali. Negli anni ’20 del ‘900 vinse il ritorno dell’Assolutismo statale, prima in Italia, poi in Germania. E fu una tragedia mondiale.

Sconfitta la dittatura totalitaria, conquistata la Repubblica, la Costituzione repubblicana rappresenta uno dei livelli più alti, sulla Terra, dell’equilibrio tra Individuo e Stato. Non è il migliore dei mondi, ma è migliorabile. Proprio per questo, le destre mondiali lo vogliono scardinare.

Il filosofo liberale Karl Popper disse che la società aperta, tollerante, quella nella quale viviamo, non può tollerare gli intolleranti, perché può essere distrutta da costoro.

E allora, questo Stato democratico imponga l’Ordine, a chi chiede Ordine ma fomenta Disordine! E questa società democratica si organizzi per valorizzare la ragione, la scienza, le iniziative sociali e solidali; in fin dei conti, per combattere il menefreghismo.

(Homo Videns)

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