Roberto, pure tu? Lettera aperta al ministro Speranza (di Homo Videns)

Nei mesi di marzo-aprile scorso, eravamo inorriditi per la fila dei camion militari che trasportavano, verso i forni crematori, le salme

dei morti per il coronavirus a Bergamo e dintorni.

E ci domandavamo, impauriti: se fosse successo a Napoli, oppure in Calabria, che immane disastro sarebbe stato?

Caro Roberto, era facile immaginare (6-7 mesi fa) quello che ora sta sotto gli occhi di tutti; a Napoli, a Reggio Calabria, a Cosenza: i pronto-soccorso al collasso, ospedali stracolmi, l’ossigeno distribuito nelle strade vicine agli ospedali; e altro ancora.

Meno facile era prevedere la confusione amministrativa, il rimpallo di responsabilità, ma soprattutto l’incompetenza di alcuni manager nominati per programmare le soluzioni e risolvere i problemi. Abbiamo visto il caso di Corticelli, che non sapeva quali fossero i suoi compiti. Ora vediamo il caso di Zuccatelli, per il quale le mascherine non servivano a niente; e lo dichiarava con espressioni degne più di un trumpiano doc che di un esponente di Art.1-MDP (il tuo partito). Pare che egli stia anche insistendo su questa concezione, in contrasto sia con il tuo consulente prof. Ricciardi, che con te stesso.

Caro Roberto, hai sorpreso i tuoi elettori quando hai dichiarato che una piccola scivolata non può vanificare un curriculum di 30 anni. Ma devo dirti, fraternamente, che alcune “scivolate” mettono in ombra proprio un curriculum trentennale. Specie ora, che le scivolate si susseguono; ed è diventato uno scivolone clamoroso.

È come se un Einstein, dopo una vita dedicata alla scienza e alla lotta contro le superstizioni, si mettesse a interrogar le stelle per fare oroscopi. Sarebbe da considerare, come minimo, “rimbecillito” per vecchiaia.

No, caro Roberto; se vuoi continuare ad avere la fiducia di quelle 3 (forse 4) persone su 100 che ti seguono, devi subito prendere una scopa, e fare pulizia di un tale personaggio. Non fà onore a te, non fà onore ai tuoi elettori.

Un’ultima cosa: si parla di Gino Strada (ed Emergency, penso) come Commissario alla Sanità calabrese. Sarebbe veramente un segnale forte; ma sarebbe come voler gettare un agnello in mezzo ad un branco di leoni. Si esporrebbe il povero Gino Strada ad un probabile insuccesso. E anche questo Governo all’ennesimo fallimento.

Ma forse, se è vero quello che si dice sulla sanità calabrese, oltre ad un team medico come Emergency, sarebbe utile e necessario mettergli a fianco un Magistrato dotato di ampi poteri di Polizia, che consentisse a Gino Strada di fare il suo lavoro, senza doversi preoccupare della incolumità sua e dei suoi collaboratori.

Homo Videns

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