Il territorio brindisino e il coronavirus (di Homo videns)

Penso che, come me, molti abbiano letto con interesse il comunicato, o meglio la lettera, del Partito Democratico di Mesagne sul coronavirus,

al presidente Emiliano a proposito del Piano di emergenza regionale. E come me, molti si saranno tranquillizzati.

Tra le righe, però, è facile leggere una qualche insoddisfazione, che diventa preoccupante quando leggiamo: “... per questo che abbiamo preso l’iniziativa di scriverle per segnalare l’opportunità di un utilizzo dei presidi ospedalieri periferici (Mesagne, San Pietro V.co, Ceglie, Fasano solo per stare alla nostra Provincia) al fine di alleviare il carico sull’ospedale Perrino dove al momento il reparto infettivi ha una dotazione di sedici posti letto”.

Sempre nella stessa lettera leggiamo, con riferimento all’ex-ospedale di Mesagne: “... ci sono ambienti funzionali (per esempio le sale operatorie momentaneamente ferme) ad accogliere posti letto per decongestionare il Perrino, liberando spazi che potrebbero essere dedicati esclusivamente all’emergenza. Si può considerare un loro utilizzo?”.

Chi è profano, come me, non può esprimersi sui numeri, ma ci si domanda: sedici posti letto? Non sono un po’ pochini? E quanti sono i letti di terapia intensiva? I posti di rianimazione?

Il Piano Regionale comunicato ufficialmente (9 marzo 2020, sul sito della Regione Puglia) dice che “...il sistema della Regione Puglia alla fine di questa settimana avrà 209 posti in terapia intensiva, dedicati esclusivamente all'emergenza Covid”. Non dice come e dove saranno dislocati.

Lo stesso comunicato dice anche che:

“...l'assistenza ai pazienti affetti da Covid-19 potrà contare su una dotazione di posti letto – al netto delle terapie intensive – esclusivamente dedicati alla patologia pari a 680 posti, ubicati presso il nuovo Dea di Lecce, l'ospedale di Copertino e l'ente ecclesiastico Miulli di Acquaviva (Ba)”.

Il profano, come me, si domanda: i nostri (di Mesagne, e paesi circonvicini) prevedibili ammalati di Covid19 saranno curati a Brindisi, o a Lecce, o a Copertino, o ad Acquaviva? Perché le autorità sanitarie non fanno un po’ di chiarezza?

E poi, se è vero che è necessario “decongestionare il Perrino”, come dice il PD, perché non chiedere da subito, con somma urgenza, di attrezzare un settore dell’ex-ospedale di Mesagne per l’emergenza coronavirus?

Da subito, non tra qualche giorno; l’esperienza della Lombardia insegna.

(Homo videns)

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