E Pompea mandò un bel “vaffa…” a Cesare (di Homo Videns)

Nuove notizie dal fronte del revisionismo storico!

Altri documenti in arrivo ci dicono che non fu Cesare a ripudiare Pompea, ma invece fu Pompea a prendere le distanze dal suo celebre consorte. E perché mai?

Ricapitoliamo: Quando Giulio Cesare andò al Senato – dicono i revisionisti storici – si limitò a fare una semplice difesa di sé stesso: “Non vi permettete di gettare neanche un’ombra su mia moglie! La moglie di Cesare, per definizione, non può che essere casta e pura, fedele alla famiglia e alla patria”.  

Dicono che Pompea non fu molto contenta delle parole di Cesare. “Ma come? – disse ella –  Clodio fa parte della mia delegazione privata, è incluso nel numero delle mie ancelle! E lui (Cesare) fa finta di non saperlo! dice che non lo conosce addirittura!”. E aggiunse: “Se le cose stanno così, non si può andare avanti. Io nella mia corte di rappresentanza posso mettere chi voglio”. E infine, a chi la intervistava, proclamò: “Le parole di Cesare mi interessano meno di zero!”.

Mentre il Senato si limitava a blaterare (giusto come è avvenuto non più tardi di mercoledì scorso), la rottura fra i due era ormai nell’aria. Attendiamo altre rivelazioni dalle nuove fonti storiche, che promettono interessanti sviluppi, quanto preoccupanti; perché così si dovrà riscrivere la storia romana (e non solo).

Scherzi a parte, qualcuno dice che non c’è nulla di nuovo. Infatti, una situazione simile si verificò tra il 1920-22; e alla fine fu la moglie di Cesare a prendere il potere. Cioè, per chiarezza, prese il potere chi avrebbe meritato di essere messo alla porta senza tanti complimenti. E, prima della famosa marcia su Roma, le Istituzioni avevano tutto il potere per farlo. Anche i partiti liberali e antifascisti.

C’è sempre una soluzione (anche tragica) a certe situazioni. Allora si chiamava fascismo. Lo sottovalutarono, pensando di manovrarlo. Ma dopo l’assassinio di Matteotti, buttarono la maschera e “Pompea mandò un bel vaffa… a Cesare”.

Oggi, molti storici (revisionisti) non sanno ancora come chiamare questa situazione. Lo diranno gli storici di domani, fra un’altra guerra mondiale? Vedremo, attendiamo nuovi lumi dalle fonti storiche così ben informate.

(Homo Videns)

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