Conte, Salvini e la moglie di Cesare (di Homo Videns)

Giulio Cesare – come racconta l’antico storico romano Svetonio – ripudiò la moglie Pompea

dopo che qualcuno gli aveva raccontato che essa aveva un amante. Il fatto fu scoperto durante una cerimonia religiosa alla quale potevano partecipare soltanto donne; e qualcuno informò Cesare dell’accaduto. Era avvenuto che Publio Clodio, amante di Pompea, si era introdotto, travestito da suonatrice, in casa sua per incontrarla; e lo fece in una cerimonia in onore della Dea Bona, riservata a sole donne. Poiché, evidentemente, l’uomo si fece maldestramente scoprire (in mezzo a tante donne poi!), lo scandalo si diffuse rapidamente in tutta la città; e Cesare dovette, si dice controvoglia, ripudiare la moglie.

Allora, pare che la moglie si oppose, e ci fu un processo per appurare la solidità delle ragioni del ripudio. E Cesare venne interrogato sul perché della sua decisione.  Egli, con molta sicurezza, disse che non conosceva in realtà questo Clodio, che non sapeva neanche se fosse vero quello che si diceva di Pompea, ma – aggiunse – indipendentemente dal giudizio dei giudici, “la moglie di Cesare non deve essere sfiorata neanche da un minimo sospetto”. E andò avanti.

E Cesare non fece marcia indietro neanche di fronte al Senato; ripudiò Pompea, acclamato dal popolo tutto. E divenne quello che sappiamo.

Infatti, se Cesare non avesse ripudiato Pompea, che ne sarebbe stato di lui? Della sua carriera politica? Della sua fama imperitura?

Oggi, non sappiamo se Savoini, quello dell’associazione Lombardia-Russia, abbia o meno trafficato per avere soldi da Putin. Non sappiamo se il traffico era finalizzato in suo favore o in favore del partito comandato da Salvini. Quello che sappiamo è che Savoini è stato colto in flagrante, mentre contrattava degli affari di petrolio (in nome dell’amicizia tra Lombardia e Russia?); sappiamo che era amico fidato di Salvini: era stato suo portavoce, poi suo cavallo di Troia presso i russi, poi ancora trait-d’union tra pezzi della Confindustria e il potere economico russo.

E allora, ci si domanda: uno che è colpito da sospetti così pesanti, essendo stato colto con le mani nella marmellata (leggi: rubli), e indipendentemente dal giudizio che i giudici esprimeranno, può essere “la moglie di Cesare”?

E ancora: uno che non smentisce chi lo attornia, e lo infanga con i suoi sospetti così pesanti, può

essere “la moglie di Cesare”?  Fuor di metafora, mercoledì prossimo il professor Giuseppe Conte (che è formalmente il Presidente del Consiglio) andrà al Senato della Repubblica per fare delle dichiarazioni sui cosiddetti “soldi di Putin”. Quello che finora è stato definito “il terzo ministro”, vestirà i panni di Cesare?

Molti pensano che in realtà andrà a barcamenarsi, a “stendere un velo pietoso”, per assolvere “la moglie di Cesare” (leggi: Salvini), pena la caduta del Governo. Dopodiché, l’Italia continuerà ad aspettare l’arrivo di un vero Cesare, quello per il quale “la moglie di Cesare non deve essere sfiorata neanche da un minimo sospetto”.

 (Homo Videns)​

PS: Mi domando se esista, per caso, un’associazione Puglia-Russia, oppure Calabria-Russia, o altre associazioni italiane “amici della Russia”. A che servono? Che cosa sappiamo di loro? Che cosa fanno per gli italiani? É possibile che in Italia ci sia tutto un sottobosco di tal fatta, che nemmeno immaginiamo?

Meditate gente, meditate...

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