Il vecchio leone ruggisce ancora (di Giuseppe Florio).

Il leone sarà vecchio ma ruggisce ancora e mena pure zampate.

La lettera aperta destinata dall'onorevole Faggiano all'onorevole Matarrelli non lascia spazio ad interpretazioni. E' per dire: «Ora basta».
L'ex parlamentare democratico è, come egli stesso civettuolamente ama ripetere, un «semplice iscritto», ma resta una delle (poche) autorevoli voci della sinistra provinciale: per biografia e per capacità. Egli stesso è stato in questi mesi il primo tessitore della ritrovata pax in un partito dilaniato dalle correnti e dai personalismi; e l'artefice della farraginosa operazione che ha condotto alla candidatura a sindaco di Ninni Mingolla. Oggi supera la tradizionale diffidenza per la stampa («non embedded») – quanto è affezionato ai metodi del centralismo democratico! - per provare a rimbalzare, sui denti di Matarrelli, la veemenza che quest'ultimo ha usato contro il PD.

Veemenza, è appena il caso di dirlo, assolutamente fine a se stessa. Perché l'iniziativa politica intrapresa dall'attuale deputato, quella con cui si è riusciti ad allestire una coalizione forse multicolore ma certamente muscolare, ha costretto in un angolo il PD, isolandolo e quindi indebolendolo. Quale ragione politica ha spinto Matarrelli ad infierire, accusando il giovane segretario democratico Francesco Rogoli di essere eterodiretto dai vecchi Faggiano, Franco, Montanaro? Come si spiega nei manuali di strategia politica, spetta agli inseguitori alzare la voce, montare la canea, buttarla in caciara.

Gli inseguiti devono semplicemente proseguire nella corsa, come pare che stia facendo, con encomiabile discrezione, il candidato sindaco e leader della coalizione “Diamoci una mano” Pompeo Molfetta. Matarrelli, che non è affatto ingenuo, ha sia pur ingenuamente toppato. Forse perchè dall'altra parte non sono mancate le insinuazioni, anche pesanti, anche personali, contro di lui. Solo che sono state consumate con maggiore furbizia, spesso nel surrettizio chiuso di un partito-gruviera dai quali buchi sono trapelate le più infamanti accuse. Qualche registrazione audio è ancora in circolazione. Ora forse è il momento – paradossalmente durante l'eccitazione di campagna elettorale – che da una parte e dall'altra ci sia dia una regolata. La foto di famiglia dei contendenti è la medesima, inutile far finta del contrario.

Le probabilità che Matarrelli entri con l'altro piede nel PD (il primo ce lo ha già messo prepotentemente quando ha deciso di sostenere Michele Emiliano) sono con tutta evidenza altissime ed anzi auspicabili. Allora, e questo è il senso propositivo dell'appello finale di Faggiano, ci sono ancora i margini per recuperare un rapporto decente: una volta entratoci, non lo troverà vuoto, forse sarà il caso di bussare e non di sfondare la porta.

Giuseppe Florio

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