Forse salvo il patrimonio librario di Beppe Patrono (di Giuseppe Florio).

Il patrimonio librario di Beppe Patrono, intellettuale e politico brindisino, non dovrebbe andare perduto, almeno secondo l'impegno informalmente assunto dall'assessore alla Cultura Gianfrancesco Castrignanò. Le ultime volontà di Patrono erano state quelle di destinare l'intero fondo di libri - circa 14mila volumi - a Mesagne, sua città d'adozione: una eredità preziosa che egli, imbibito di cultura azionista, aveva inteso lasciare alle giovani generazioni.

La vedova professoressa Maria Carmela Stridi, interpretando il suo volere, aveva scritto all'amministrazione comunale già nel 2011, intavolando un carteggio presto restato lettera morta.

Pur acquisendo infatti la disponibilità della giunta ad accogliere il generoso lascito (e ci mancava pure!), ci si era arenati sulle clausole della convenzione in via di stipula: corollari, nella realtà dei fatti, comprensibili e quasi banali.

Perché il patrimonio non fosse dissipato, la signora Stridi aveva esplicitamente fatto richiesta di non smembrare il fondo allocandolo in un unico ambiente, di catalogarlo secondo i crismi della biblioteconomia e di renderlo completamente fruibile al pubblico, proprio nell'auspicio che i più giovani potessero beneficiarne. L'ultima sollecitazione di costei, protocollata verso la fine dello stesso anno, non aveva ottenuto risposta.

Nel frattempo, la poderosa corrispondenza che Patrono aveva intrattenuto con l'elite culturale dei suoi anni migliori - l'economista Ernesto Rossi, il meridionalista Gaetano Salvemini, il comandante partigiano e presidente del Consiglio Ferruccio Parri, lo scrittore e storico Tommaso Fiore insieme ad innumerevoli altri - era stata accolta (e valorizzata come si conveniva) dalla prestigiosa Fondazione Di Vagno.

È stata una campagna di stampa condotta in sinergia dalla Gazzetta del Mezzogiorno e dalla testata on line Mesagne.net, poi amplificata dall'apertura della pagina Facebook "Salviamo i libri di Beppe Patrono", a rilanciare la preoccupazione che le migliaia di tomi andassero irrimediabilmente perdute. Il grido di allarme è stato ascoltato.

Castrignanò, che già negli scorsi mesi ha dimostrato una spiccata sensibilità alle istanze promosse dalla pubblica opinione, come nel caso dell'inattesa apertura della Chiesa medievale del SS. Salvatore, per anni dimenticata non da Dio ma certamente dagli uomini pubblici della città. All'indomani della pubblicazione della denuncia sulla Gazzetta, l'assessore alla Cultura ha telefonato alla vedova Patrono, fissando un appuntamento con lei e con i membri promotori del comitato Giuseppe Giordano, Marcello Ignone, Mina Dellegrottaglie, per un incontro cordialmente consumato lo scorso giovedì pomeriggio.

Ai suoi interlocutori Castrignanò avrebbe manifestato espressamente la volontà di acquisire il fondo librario e provato a vagliare una serie di possibili ipotesi per la scelta del locale che fungerà da contenitore, scartando la biblioteca per ragioni di agibilità. «Avrete una risposta operativa in pochissimi giorni», avrebbe concluso l'amministratore. E, con loro, auspicabilmente, una risposta l’avrà anche la città.

Giuseppe Florio

Per offrirti il miglior servizio possibile questo sito utilizza cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego in conformità della nostra Cookie Policy.