Progettiamo Mesagne corteggiato da destra e da sinistra (di Giuseppe Florio).

La carta jolly delle prossime elezioni amministrative, è facile scommetterlo, sarà la collocazione del movimento civico ProgettiAmo Mesagne. Nato da una federazione tra la fu Nuova Italia Popolare ed alcuni partiti (il Nuovo PSI), associazioni, esponenti del mondo delle professioni e delle battaglie civili, oggi sembra sedere sul trono del televisivo «tronista»: che viene corteggiato da destra e sinistra ma non cede ancora alle lusinghe. Prima o poi, però, dovrà scegliere e lì si potrebbe giocare la partita di chi governerà Mesagne.

Moderata (quasi sempre) nei toni ma agguerrita nei contenuti, questa federazione ha rappresentato l'unico dato di novità nella consiliatura in via di consumazione.

E' Domenico Magrì, già assessore nella giunta Incalza, consigliere comunale fino a qualche giorno addietro, dal gruppo incaricato di seguire le fasi salienti dei mesi a venire, a spiegare: «Nè a destra, né a sinistra, ci collochiamo in mezzo alla gente per essere strumento di democrazia: non abbiamo precisi riferimenti ideologici, l’intento è quello di fungere da cassa di risonanza dei problemi dei cittadini, con essi trovare le possibili soluzioni, e tradurle in risposte con l’azione e l’impegno. Vogliamo riportare la politica al suo autentico ruolo di rappresentanza».


Negli anni trascorsi ProgettiAmo Mesagne ha rappresentato una spina nel fianco di Scoditti&company, anche interpretando il ruolo dell'opposizione come propositivo: «Le idee sono state tante e restano valide per il futuro, ma ad alcuni punti teniamo particolarmente: c’è un problema, oramai unanimemente riconosciuto, nel funzionamento della macchina amministrativa.

Occorre intervenire energicamente per ridefinire i ruoli, l’organizzazione e premiare il merito; per fare questo è necessario andare oltre i rapporti di amicizia, di parentela o di riconoscenza a vario titolo con funzionari e dipendenti. Introducendo la “carta dei servizi” si permetterà ai cittadini di tutelarsi dall’inefficienza e di affrancarsi dall’odiosa pratica di richiedere la mediazione del politico di turno per vedere riconosciuti i propri diritti».

Il movimento ha un candidato sindaco, o almeno l'identikit di un papabile? «La prossima giunta sarà formata da un sindaco e da quattro assessori. È evidente che ci sarà tanto da lavorare: abbiamo bisogno di una personalità dinamica, dall’intelligenza eclettica, dalle grandi capacità organizzative e di coordinamento. Servirà più propriamente, un “tecnico della politica”, non il “nome spendibile” che proviene dalla cosiddetta società civile, che in genere coincide col mondo delle professioni, e che è utile soltanto ad attirare i voti, a dare quel quid per spuntare una vittoria elettorale. Noi abbiamo a disposizione, sì, una soluzione forte e versatile, che potrebbe cioè andar bene per diverse opzioni di coalizione. Siamo pronti al confronto».

Quali responsabilità ha il centrosinistra al governo? «Gli errori della giunta Scoditti sono evidenti e le responsabilità del fallimento sono tutte in capo alla coalizione politica, che ha pilatescamente preso le distanze dagli amministratori solo quando il livello di fiducia dell’opinione pubblica era giunto ai minimi termini. Mero opportunismo che non assolve dalle gravi responsabilità politiche.

Circa le scelte future del (dei) centrosinistra le vedremo e le giudicheremo a tempo debito. Certo i sostegni incrociati ai candidati delle primarie regionali esprimono chiara l’idea di uno scontro fra le diverse correnti per riposizionarsi all’interno del futuro PD, che non fanno pensare, al momento, ad una autentica volontà di rinnovamento.

Giuseppe Florio

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