Al tavolo del centrodestra regna il sospetto (di Giuseppe Florio).

E' stato il sospetto il convitato di pietra al tavolo del centrodestra finalmente riunito, dopo lunghe e penose malattie, nella serata di mercoledì su stringente sollecitazione di Forza Italia. Presenti tutti gli altri soggetti politici tradizionalmente collocabili nello schieramento conservatore o perlomeno all'opposizione dell'amministrazione Scoditti: Mesagne Moderata, ProgettiAmo Mesagne, Mesagne Futura, Fratelli d'Italia. Assente il movimento Civico 26 che, pur invitato, ha declinato la cortesia, preferendo nelle medesime ore incontrare il Partito Democratico.
«L'esito dell'incontro è stato interlocutorio e sostanzialmente positivo», e questo secondo le formule di rito sciorinate dai dirigenti di Forza Italia, paghi per aver almeno chiuso in una stessa stanza i possibili interlocutori. Nella realtà, si è concluso con un nulla di fatto, rinviando le decisioni più impellenti al prossimo 17 novembre, ennesima dilazione che la dice lunga sulla unanime volontà di procedere verso un cammino comune.

Le posizioni di partiti e movimenti non sono tutte chiare. A tenere il punto sulla necessità di consumare le primarie è il solo Carmine Dimastrodonato, leader e candidato sindaco del neonato sodalizio Mesagne Moderata. Forza Italia, che ha in animo di proporre al ruolo di sindaco la sindacalista e consigliera comunale Sabrina Didonfrancesco, non si impiccherebbe al totem delle primarie, disponibile anche ad una soluzione di sintesi.

Più complessa da analizzare la condizione di ProgettiAmo Mesagne e di Mesagne Futura (nata da una copiosa emorragia del partito berlusconiano). Le posizioni ufficiali non collimerebbero infatti precisamente con quelle ufficiose. I primi hanno in mente, più che un identikit di candidato sindaco, un nome: che è quello di Antonio Calabrese, funzionario presso la Marina Militare, il quale si è distinto negli anni di opposizione per un'alacre e coscienziosa attività di raccordo tra partiti e di approfondimento delle istanze cittadine. Entrambi i movimenti, però, non sarebbero ancora del tutto convinti di dover stare nel posto a cui li assegnerebbero la politologia classica e forse la storia: nello schieramento dei moderati. La loro titubanza sarebbe catalizzata dallo scombussolamento in atto nel (fu) centrosinistra: da un lato l'esigenza del Partito Democratico di allargare i confini delle alleanze per non restare nell'angolo, dall'altro il movimentismo del deputato Toni Matarrelli, impegnato nella paziente costruzione di una coalizione il più possibile vasta e priva di steccati ideologici a sostegno del candidato Pompeo Molfetta.

La presenza di ProgettiAmo Mesagne e Mesagne Futura al confronto tra forze di centrodestra sarebbe quindi appesa ad una serie di incognite, non ultima quella che pesa sull'esito delle primarie regionali di fine mese, una conta all'ultimo voto tra i sostenitori di Michele Emiliano e quelli di Dario Stefàno. Da qui, il pesante clima di sospetto che intanfisce la qualità e la natura stessa dei rapporti interni al centrodestra.

Giuseppe Florio



 

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