Parlando di tradizioni ... il Carnevale!

Ricordare tradizioni popolari a Mesagne significa principalmente ricordare il periodo del Carnevale che da sempre ha avuto la sua peculiare importanza nell’ambito della comunità.

Da secoli, in questa città, si festeggia il Carnevale e tracce se ne sono trovate nella documentazione dell’Archivio Capitolare locale con la segnalazione a cura di Giuseppe Radaelli dei “Lupercali” e delle iniziative, di divieto fatte dalla Chiesa all’epoca, e con le attività teatrali in locali fittati dal Capitolo nel 1652.

Ma, al di là della storia è proprio la comunità locale che all’approssimarsi del Carnevale si “surriscalda”. I veglioni, che ormai hanno lasciato il posto ai “veglioncini dei bambini” sono segnalati in tutto l’arco del Novecento a cura di Associazioni come la “bella Gigocin” che organizzava trasgressive serate danzanti in Piazza IV Novembre sotto l’orologio con ingresso dalla parte posteriore, in un locale ampio, di proprietà comunale ed inutilizzato da vari decenni ed a seguire dal “circolo Aurora”, dal “circolo della forchetta”! E nel primo dopoguerra i veglioni erano fatti in particolare presso il Cinema Italia da gestori dei bar come i Verardi del Bar Ideale, i Morleo (Ortenzio) del bar del popolo ogni anno, gli ultimi10 giorni, con orchestrina, buffet, ostriche e spumante (rigorosamente Gancia e Cinzano), e quadriglie con maestro di sala. Ed per molto tempo, fino alla fine degli anni sessanta, il giovedì grasso, l’ultima domenica ed il martedì grasso era un pullulare di traini addobbato con rami di palma che portavano in giro le famose “Satire”, versi e rimbrotti che cercavano di “piccare” la classe politica.

Negli ultimi decenni, soprattutto negli anni novanta Mesagne ha scoperto i carri allegorici, con maestranze che non hanno nulla da invidiare a carnevali più noti (Putignano, Crispiano, Galatina) e per una decina d’ anni si sono viste sfilate di carri veramente considerevoli. L’attività è stata interrotta per alcuni anni e nel 2013 il carnevale mesagnese è ornato nuovamente in auge, addirittura organizzando un carnevale estivo che ha visto una folla immensa di partecipanti. Non si sa se quest’anno le contrapposizioni fra i gruppi dei “carristi” si riusciranno a sedare. Di certo bisognerebbe scoprire il “business” e far capire all’allegra brigata che è ormai tempo di fare “business” e coinvolgere l’intera città. Nel cassetto di un gruppo vi è il progetto delle “Mille e una Notte” con costumi di Maraja già progettati e con un carro di cartapesta zeppo di tigri e di danzatrici del ventre. Sarà l’anno buono per ricompattare i gruppi di una città? In molti lo sperano ma in caso contrario Mesagne continuerà a ballare in ogni dove ed in ogni circostanza, magari recitando “La carnevalesca”, un’opera in vernacolo che molti anni fa si recitava allu “Sitili”, l’antico Sedile della città.

 

Per offrirti il miglior servizio possibile questo sito utilizza cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego in conformità della nostra Cookie Policy.