Il “Fratello” Giovanni Messe.

Viene riportato un articolo del dicembre 2014 apparso sulla rivista “Officinae”, organo ufficiale  della Gran Loggia d’Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori (ossia Massoneria Universale di Rito Scozzese Antico e Acettato – Obbedienzadi Piazza del Gesù Palazzo Vitelleschi).

 

Il Maresciallo d’Italia Giovanni Messe.

Maresciallo d’Italia Giovanni Messe (Mesagne Br), 10 dicembre 1883 – Roma, 18 dicembre 1968, Capo di Stato Maggiore Generale del Regno del Sud.

Giovanni Messe, volontario nel Plotone Allievi Sergenti dal 31 dicembre 1901 nel 45° Reggimento di Fanteria, in cui riceve la nomina a Caporale, Caporale Maggiore e Sergente. Trasferito al 5° Reggimento di Fanteria “Aosta” dal 1903, partecipa alla Spedizione in Cina con il Reparto Misto dal 1903 al 1905.

Nominato Sergente Furiere nel 1905, Sergente Maggiore e Maresciallo di Compagnia nel 1907 e Maresciallo di 3° classe nel 1908. Ammesso a frequentare il Corso Speciale per Ufficiali presso la Scuola Militare di Modena nel 1908, nel 1910 è nominato Sottotenente di Fanteria e assegnato all’84° Reggimento di Fanteria di Firenze perché “in ripetuti combattimenti comandò il plotone con intelligenza e coraggio. Messri, 13 novembre 1911 – Zanzur, 8 giugno 1912”. Promosso Tenente nel1913 e Capitano nel 1915. Rimpatriato nel 1916 per partecipare alla guerra 1915-1918, comanda il 1° Battaglione del 57° Reggimento di Fanteria venendo ferito al braccio sinistro nel combattimento sul Monte San Gabriele nel 12 ottobre del 1917 è decorato di 2 Medaglie d’Argento al Valore Militare perché “Si esponeva per più giorni dove maggiormente era il pericolo e, con l’esempio, e con la parola, manteneva saldo il suo battaglione sotto i lunghi e furiosi bombardamenti dell’avversario, contenendo e riuscendo a mantenere, con contrattacchi opportunamente sferrati, una difficile posizione che il nemico, fortemente aggressivo, tentava ripetutamente di riconquistare. Grazigna, 21-23 maggio 1917” e “all’inizio dell’offensiva di agosto 1917, accorreva dalla licenza a prendere il comando del battaglione che riorganizzava, elettrizzava con la sua presenza e conduceva alla vittoria. Instancabile, coraggioso, ardito, e geniale, era fulgido esempio ai suoi di incrollabile fede, e li guidava brillantemente alla conquista di forti posizioni nemiche aspramente contese. Ferito e contuso, si medicava in linea, e continuava a tenere il comando di battaglione. Monte Velikj Hoje, 21 – 27 agosto 1917” e della Medaglia Militare perché “Alla testa del suo battaglione assaltava di sorpresa in pieno giorno una forte posizione nemica e la manteneva, poi, nonostante un violento bombardamento avversario, e ripetuti contrattacchi. Pochi giorni dopo compiva una rischio da ricognizione oltre le nostre linee, durante la quale rimaneva ferito. Lasciava il suo posto di combattimento solo in seguito a perentorio ordine dell’autorità superiore. Esempio costante ai suoi soldati di ardimento, di valore, di calma, e di sereno sprezzo del pericolo. Monte San Gabriele – Monte Velikj Kribak, 1-12 ottobre 1917.

Dopo un periodo di ricoveri e convalescenze, Comanda il 3° Battaglione del 57° Reggimento di Fanteria poi il V Reparto d’Assalto “Fiamme Nere” della 18° Divisione dal 1918 al 1919 venendo decorato della Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia perché da “Comandante di Battaglione d’Assalto, contro nemico forte di uomini e di armi, baldanzoso di recente vittoria, tradusse i atto con singolare volontà gli ordini per riconquistare il perduto terreno. All’attacco di successive munite posizioni trasfuse nei suoi arditi il suo personale valore, l’entusiastica fede nel buon successo; con perizia coordinò gli sforzi di altre truppe allo scopo, onde in breve tempo, con mirabile slancio, posizioni di capitale importanza tornavano in nostro potere con larga cattura di prigionieri e di armi. Col. Fenilon – Col Moschin 16 giugno 1918” e della medaglia d’Argento al Valore Militare perché “Con irresistibile slancio, guidava il suo Battaglione di “Fiamme nere” alla conquista di una munitissima posizione, mantenendosi nonostante il violento fuoco dell’artiglieria e di mitragliatrici avversarie. Caduto colpito a morte un suo ardito, che fino allora aveva agitato al vento un piccolo stendardo tricolore, ne raccoglieva il vessillo e a sua volta lo sventolava in alto, sulla posizione conquistata come incitamento e come emblema di vittoria. Fulgido esempio di ardimento, di fermezza e di efficacissima azione di Commando. Monte Asolone, 24 giugno 1918”.

Ferito da una bomba a mano alla coscia sinistra nel combattimento sul Monte Asolone del 29 ottobre 1918. Comandante del IX Reparto d’Assalto “Fisamme Nere”, nel 1919 viene promosso Tenente Colonnello per Merito di Guerra.

Il 3 giugno 1919, Messe viene iniziato Massone nella Loggia “Michelangelo” del Grande Oriente d’Italia, all’Oriente di Firenze.

Inviato in Albania, nel 1920 Giovanni Messe è decorato della Croce al Valore Militare perché “Incaricato della conquista d’importante posizione, nelle alterne vicende dell’aspra lotta, tenne con mano ferma il Comando dei suoi arditi dando prova di coraggio e sprezzo del pericolo. Maj e Sturos (Albania), 19 giugno 1920”.

Comandante di battaglione Bersaglieri dal 1920 al 1923, Giudice supplente del Tribunale Militare Speciale di Roma dal 1921 al 1923, quindi Aiutante di Campo Effettivo del Re dal 1923 al 1927. Comandante del 9° Reggimento Bersaglieri dal 1927 al 1935. Promosso Colonnello nel 1927. Comandante della III Brigata Celere a Verona dal 1935 al 1936. Promosso generale di Brigatanel 1936 partecipa alla campagna d’Etiopia come Vice Comandante della 5° Divisione di Fanteria “Cosseria”.

Generale addetto all’Ispettorato Truppe Celeri dal 1936 al 1938. Comandante della 3° Divisione Celere “Principe Amedeo Duca d’Aosta” a Verona dal 1938 al 1940. Promosso Generale di Divisione nel 1938 li viene assegnato l’incarico di Vice Comandante del Corpo di Spedizione in Albania guadagna la Croce di Ufficiale dell’Ordine Militare di Savoia perché “Vice Comandante del Corpo di Spedizione in Albania e comandante della colonna principale, ha con il suo eccezionale apporto di intelligenza, cooperato efficacemente al felice esito del’impresa”. Combattente della guerra 1940-1943 prima come Comandante del Corpo d’Armata Celere poi del Corpo d’Armata Speciale sul Fronte Albanese, è promosso Generale di Corpo d’Armata per Merito di Guerra nel 1941 perché “Assunto in critica situazione il comando di una grande un ità già duramente provata, riusciva a centuplicare le forze e la volontà e a stroncare così l’azione vincente del nemico proteso alla conquista di una delle più importanti basi marittime d’Albania. Organizzava, quindi, in breve una solida barriera difensiva, sulla quale il suo corpo d’Armata, esaltato dal suo esempio e dalla sua virtù incitatrice di un capo, resisteva incrollabilmente ai rabbiosi, replicati attacchi dell’avversario. Dopo averne gradualmente stroncato ogni capacità reattiva,balzava poi alla controffensiva, premendo e inseguendo il nemico sino alla sua totale dissoluzione. Valona, Val Scinscizza, 21 dicembre 1940 – 23 aprile 1941”.

Comandante del Corpo di Spedizione Italiano in Russia, Messe è decorato della Croce di Ferro di 2° classe, della Croce di Ferro della 1° classe tedesca, della Croce di Cavaliere dell’Ordine della Croce di ferro teedesca, della Gran Croce dell’Ordine dell’Aquila Tedescacon Spade e della Croce del Commendatore dell’Ordine militare di Savoia Commendatore dell’Ordine militare di Savoia: “Comandante del Corpo di Spedizione italiano in Russia, in difficilissime condizioni logistiche e di terreno, guidava le truppe dipendenti in numerosi duri e sempre vittoriosi combattimenti contro un nemico aspro ed agguerrito. Con grande perizia di comando e con azione personale ardente e tenace,superando con ferrea volontà difficoltà gravissime di clima e di inferiorità numerica, infrangeva poi ogni ritorno controffensivo dell’avversario assicurando il possesso delle importanti posizioni conquistate. Offriva così nuova luminosa prova delle qualità fisiche, del valore indomito, dell’insuperato spirito di sacrificio del soldato italiano. Ucraina meridionale (Dniepropetrowsk – Stalino) agosto 1941 – marzo 1942” e ottiene la promozione per Merito di Guerra a Generale d’Armta: “Comandante del Corpo di Spedizione Italiano in Russia durante le operazioni del 1941-1942 con tenace e geniale azione di comando, conduceva vittoriosamente le proprie truppe dal Nistro al Donez e dal Donez al Don superando difficoltà di ogni genere, ivi compresa una durissima campagna invernale e mantenendo alto in ogni circostanza il prestigio delle armi italiane.

Polemico verso Mussolini in merito alla condotta dela guerra, nel 1942 viene rimpatriato e posto a disposizione per incarichi speciali.

Comandante della 1° Armata in Tunisia dal febbraio 1943, è l’ultimo difensore dell’Africa settentrionale arrendendosi agli alleati il 13 maggio 1943, un giorno dopo le forze tedesche. Messe è l’ultimo ufficiale a essere promosso Maresciallo d’Italia. In Africa è decorato della Croce Gran’Ufficiale dell’Ordine militare di Savoia perché da “Comandante di Armata in Tunisia, in circostanze particolarmente delicate e difficili,faceva della propria grande unità un vigoroso strumento di lotta, trasformando l’ardente suo spirito animatore nei gregari tutti, cui offriva esempio costante di ardimento e di valore. All’urto massiccio di agguerrite unità nemiche, preponderanti per numero e mezzi, opponeva la manovra geniale e la tenacissima resistenza, arrestando l’impeto avversario e logorandone la forza poderosa in lunga ed aspra battaglia. Mareth – Sciotts, marzo – aprile 1943

Poco dopo l’armistizio viene rimpatriato dalla prigionia in Inghilterra,su pressione degli Alleati sul Governo Badoglio ed assume l’incarico di Capo di Stato Maggiore Generale per la guerra di liberazione contro i tedeschi.

La materia è oggetto di indagini e di articoli sulla stampa della Repubblica Sociale di Salò. Lo stesso Mussolini nella sua “Storia di un anno” ne ridimensiona i trascorsi politici e militari del Maresciallo definito come uno dei più classici e odiosi traditori tra tutti coloro che Badoglio ha allevato e protetto e ha rappresentato la più sgradita delle sorprese. Un’Agenzia Stefani del 20 marzo 1945 fornisce la spiegazione: “Il caso Messe si arricchisce di nuovi interessanti elementi [ … ] ora un altro documento autografo contribuisce a spiegare l’inspiegabile caso. Tale documento è fornito alla stampa da Giovanni Preziosi che lo ha inserito in una lettera indirizzata al direttore del “Corriere della sera”. Niente dispetto personale, scrive Preziosi. Il Maresciallo Giovanni Messe era semplicemente un Massone, e come tutti i Massoni di Palazzo Giustiniani, dichiarò di esere uscito dalla Massoneria in data precedente al 1923”. La dichiarazione pubblicata dal quotidiano milanese riportata in fac-simile dice: “Il sottoscritto di aver appartenuto all’Associazione massonica di Palazzo Giustiniani (loggia di Firenze) dal 1919, non ricorda né il mese né il giorno dell’iniziazione, ma di aver cessato di far parte dell’associazionew predetta dal 1921. Dichiara di impegnarsi di non più rientrare nell’associazione massonica a ci ha appartenuto e non più trattenersiin alcun mdo nel campo di attività dell’associazione stessa. Roma 3 febbraio 1923”.

L’alto ufficiale è collocato nella riserva il 27 marzo 1947. Anticomunista, Messe si dedica all’attività politica prima con la Democrazia Cristiana poi con il partito liberale; è eletto Senatore della Repubblica per la II Legislatura (1953-1958)per la circoscrizione della Puglia e Deputato dalla III alla IV Legislatura Repubblicana (1958-1968) per la circoscrizione di Roma.

A Messe si debbono alcune importanti opere storiche sulla seconda guerra mondiale fra le quali ricordiamo: Come finì la guerra in Africa, del 1946; La guerra al fronte russo, del 1947; la I armata Italiana in Tunisia, del 1950; L’azione dello Stato Maggiore generale per lo sviluppo del Movimento di Liberazione del 1975.

Nonostante la brillante carriera, il valore di mostrato sui campi di battaglia della Prima e della Seconda Guerra Mondiale, il contributo offerto per la ricostruzione dell’Esercito Italiano e la partecipazione alla guerra di Liberazione, Giovanni Messe è poco noto alla gran parte degli italiani; nel suo stesso paese di nascita, fino a pochi anni fa, non gli era dedicata nessuna via o infrastruttura.

Antonino Zarcone

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