Ricordi di tempi… mai passati (Cosimo Zullo)

Tre giovani, tre amici, tre compagni di avventura politica. 

Carmelo Passante (31 anni), Antonio Mitrugno (28 anni), Giancarlo Zizza (35 anni).

Ci siamo conosciuti a fine 1974. È stato un periodo intenso di vicende politico-sindacali, di lotte, di difesa democratica del Paese contro i tentativi di "sommosse militari" dentro le caserme. Ma anche di momenti intensi di amicizia e di condivisione della stessa passione per la musica e di come impegnare il nostro tempo libero.

Carmelo, tra di noi, era quello che proveniva da una famiglia di sinistra, di tradizione comunista. Noi altri, invece, avevamo un’esperienza di vita maggiormente legata al mondo cattolico e parrocchiale.

Carmelo era diventato funzionario del patronato sindacale Inca CGIL a Mesagne, affiancando così il Segretario della Camera del Lavoro, Angelo Greco, e Cosimo Marchionna.

Pur essendo molto riservato e timido, Carmelo ebbe il merito di coinvolgere alcuni giovani, tra cui Antonio e Giancarlo, nello svolgimento delle attività di assistenza ai lavoratori.  In particolar modo nel periodo febbraio/marzo dedicato alla raccolta di domande per l’Indennità della Disoccupazione agricola.

A quell’epoca a Mesagne presso la CGIL si istruivano, compilandole a mano, circa 3000 domande di Disoccupazione.

A Carmelo mi lega anche il ricordo di una data per entrambi importante. Pur avendo età differenti, partimmo lo stesso giorno per il servizio militare. Era il 12 maggio 1975: lui fu destinato ad Albenga (SV), io a Legnago (VR).

Antonio e Giancarlo invece erano giovani studenti che si distinguevano nelle assemblee d'Istituto, nei volantinaggi della Federazione Giovanile Comunista (FGCI) e nelle manifestazioni sindacali unitarie.

Tutti e tre, e molte volte insieme a Vito Marchionna, si ritrovavano ogni pomeriggio all'ora del caffè a casa mia. Era occasione per noi di ascoltare i dischi o leggere i libri che acquistavo a Roma durante le mie visite nella capitale per ragioni di lavoro.

In quel periodo, infatti, iniziavo il mio lavoro in Cgil e molte volte mi capitava di pernottare a Roma per convegni e riunioni.

Al termine di ogni riunione o incontro, mi recavo alla libreria Rinascita in via delle Botteghe Oscure, per visionare nuovi arrivi di libri o dischi. La passione per la musica crebbe soprattutto grazie a Tonino Papadia, allora segretario della Federbraccianti e grande appassionato di musica popolare, con il quale andavamo a ricercare spesso le novità musicali del momento.

All’epoca ascoltavo i cantautori italiani ma anche quelli americani (Neil Young, John Denver e Leonard Cohen). Tornando a casa i miei amici mi aspettavano per ascoltare i nuovi LP e, prendendo il caffè, ci si confrontava su musica, sindacato e politica.

Carmelo seguiva il suo lavoro con metodicità e impegno, mentre Antonio e Giancarlo erano molto vivaci e poco inclini a seguire "la linea", non essendo molto convinti della fase politica che stavamo vivendo. Quelli erano anni difficili nel rapporto tra il sindacato e il mondo giovanile, in quanto crescevano le difficoltà di dialogo e di rapporti.

Il clima divenne ancora più difficile dopo il 17 febbraio 1977, quando “I giovani della Autonomia” impedirono il comizio di Luciano Lama all'Università la Sapienza, buttando giù il palco e scaraventando mazze di ferro e bulloni contro il Segretario Generale della CGIL. Fu un momento assai difficile per il Paese.

Ma proprio in quella fase, ci fu da parte della Federbraccianti nazionale l'intuizione di rilanciare nel Paese una vecchia battaglia sindacale del dopoguerra, quella del recupero delle terre incolte e malcoltivate. Si instaurò un clima positivo tra i giovani e il sindacato, si formarono molte cooperative, nacquero in molte realtà le Leghe dei disoccupati. Anche allora, come oggi, la mancanza di spazi occupazionali per i giovani alimentava passaggi difficili per il Paese. Ieri di questo si nutriva il terrorismo, oggi ne beneficiano forme politiche spurie e demagogiche.

A Mesagne con Antonio, Carmelo e Giancarlo, organizzammo una grande assemblea di giovani disoccupati. La sera del 10 novembre 1977 presso la Camera del Lavoro in via Castello, dove ora è la sede dell'Associazione Di Vittorio, con la partecipazione di un centinaio di giovani formammo la Lega dei disoccupati.

Nel frattempo si estese l’iniziativa nei comuni per censire le aziende incolte. Anche a Mesagne, la Lega, appena nata, ne individuò una. Si costituì la cooperativa “Agricoltura e sviluppo" che organizzò una manifestazione presso l'azienda incolta individuata. L'azienda si trovava sulla via che da Mesagne porta a San Pietro Vernotico ed era di proprietà della Fondazione Gaslini di Genova. Si portarono i trattori per arare le terre, si fece pressione perché la Commissione Prefettizia decidesse di assegnare alla cooperativa la conduzione dell’Azienda, ma per un disguido burocratico (un errore nella richiesta) la commissione respinse la domanda della cooperativa. Ci fu molto sconforto e delusione tra i giovani ed il movimento entrò in crisi. La sfiducia toccò anche Giancarlo ed Antonio che erano stati dentro quella mobilitazione.

Da quel momento tutto cambiò. Antonio e Giancarlo iniziarono a non sentirsi più motivati da quelle iniziative, volevano trovare altri sbocchi alle loro scelte di vita.

A tutto ciò si aggiungeva anche il difficile rapporto con la sezione del Partito che diveniva sempre più problematico.

Sentivano molto lontana la politica del Partito e del sindacato e nonostante i nostri confronti serrati non riuscivamo più a trovare un punto di incontro. Volevano spiccare il volo della loro vita fuori da quel recinto in cui erano cresciuti ed avevano fatto esperienze.

Giancarlo nei momenti di maggior "tormento" si confidava e dialogava anche con la cugina, la compianta Lorenza Santacesaria. Anche lei cercava di rassicurare Giancarlo che quel rapporto difficile dei giovani con il Partito si aveva anche nell’Università, dove appunto si era molto incrinata la fiducia dei giovani. Era un problema generalizzato.

Quella era una fase difficile per il PCI. Dopo l'avanzata nelle elezioni del ‘75-’76 e dopo il rapimento Moro, non riusciva a dare uno sbocco politico alla sua iniziativa. Era la fase del post terremoto in Irpinia e Berlinguer propose l' “alternativa democratica”.

Ma, purtroppo, per tutti e tre i miei, invece, c’era altro che li aspettava. Fuori dalla politica e dalle nostre discussioni.

Antonio ci lasciò dopo un terribile incidente in moto il 21 giugno 1984, 10 giorni dopo la morte di Berlinguer. Per tanti di noi si aggiunse dolore ad altro dolore.

E, poi, fu la mattina del sabato 11 ottobre 1986, mentre eravamo ad un Attivo regionale del PCI a Taranto, che arrivò la notizia che Carmelo insieme ad altri due giovani di Mesagne, avevano perso la vita vicino Perugia. Il fratello di Carmelo, Angelo, mi ha ricordato che quella mattina apprese la notizia mentre si preparava per andare al matrimonio di un amico.

Quella notizia cambiò tutto per sempre.

Giancarlo è stato l’amico che in quegli anni mi è stato più vicino. Mi confidava tutta la sua scarsa sintonia con le scelte del sindacato. Ci ha lasciati in una fredda giornata d'inverno, il 30 gennaio 1994.

Eravamo nel periodo di passaggio dalla stagione di Mani pulite e della Prima Repubblica ad una nuova. Un nuovo inizio. Sappiamo, però, che la storia ci portò da tutt’altra parte con l'avvio dell'era berlusconiana.

Per me fu la "chiusura " di un rapporto con tre amici e compagni.

Ho voluto ricordare le storie di tre giovani mesagnesi che hanno incrociato sogni di cambiamento, voglia di riscatto e tanta passione civile.

Ricordare i momenti e le storie di vita è importante oggi che la velocità delle vicende umane ci fa dimenticare ogni cosa. Questa memoria, questi ricordi invece ci appartengono e vanno custoditi e divulgati. Sempre.

Cosimo Zullo

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