La Biblioteca di Mesagne – nel 150° anniversario – 2a puntata (di Domenico Urgesi)

Come fu che la Biblioteca “Epifanio Ferdinando” diventò “Ugo Granafei”.

 

Nei primi anni del Novecento, come abbiamo già visto la scorsa volta, il patrimonio della Biblioteca comunale di Mesagne era stato ridotto a poche centinaia di volumi, era in condizioni pietose, praticamente chiusa.

Negli stessi anni, a livello nazionale si era cominciato a parlare di “biblioteche popolari” e “circolanti”, per impulso sia del partito socialista che delle organizzazioni umanitarie cattoliche. A Mesagne, la prima biblioteca popolare fu costituita nel 1908, ad opera del giovane studente Giovanni Antonucci e di Guido Murri, che ne fu il bibliotecario. Ma, poiché i lettori non restituivano i libri, in poco tempo rimasero solo gli scaffali; e così fallì il primo tentativo di fondare una biblioteca popolare a Mesagne.

In Italia gli abitanti erano passati dai 22.176.477 del 1861 ai 35.841.563 del 1911; l’industria aveva cominciato a svilupparsi al Nord, era sorto il triangolo industriale. L’emigrazione era la valvola di sfogo dal Nord e dal Sud verso le Americhe. L’agricoltura, specie quella meridionale, languiva, la colpa veniva data alla scarse qualità e capacità dei braccianti e contadini; era quindi necessario formarli, istruirli, educarli, in una parola: modernizzarli. Nel frattempo, i mezzi di comunicazione di massa conoscevano uno sviluppo lento, ma inesorabile: la stampa illustrata si era affermata nelle grandi metropoli; il cinema muto faceva capolino anche nelle piccole città; ma soprattutto le bande musicali erano i veicoli della nuova partecipazione alla cultura di massa; mentre i teatri davano lustro agli strati borghesi più abbienti.  Mesagne non faceva eccezione. Era stata creata la banda musicale, era stato costruito il teatro comunale.

La popolazione di Mesagne, intanto, nel 1911 era divenuta di 13.761 abitanti; gli scolari erano diventati circa 900.

Nel marzo 1911, in seguito ad un’epidemia di colera che nel 1910 aveva mietuto numerose vittime in tutta la Puglia, l’illustre medico prof. Achille Sclavo, venne a Mesagne per il suo lavoro. Per l’occasione, suggerì di mettere a disposizione della popolazione alfabetizzata dei libri di igiene, per migliorare la prevenzione sanitaria.

Achille Sclavo era un igienista, che nel 1904 aveva scoperto il siero contro il carbonchio ematico. Medico poliedrico e molto attivo, fu un pioniere nello sviluppo delle terapie preventive e nell’applicazione dei vaccini. Per la sua notorietà fu chiamato più volte in Puglia, dove svolse ricerche anche sulla malaria nel territorio jonico-salentino. Avrebbe poi contribuito, durante la prima guerra mondiale, alla cura delle malattie infettive come il tifo e il colera.

Sclavo, coerente con il suo suggerimento, versò la somma di 10 lire, che furono devolute alla “bibliotechina scolastica”, sorta per l’interessamento dell’ispettore scolastico Eugenio de Francesco, la quale aveva nel frattempo incorporato i resti della biblioteca popolare.

Nel febbraio del 1912 si svolse una serata di beneficenza, nel Teatro Comunale, in favore della "istituenda biblioteca popolare circolante". Vi partecipò l'allora tenente Giovanni Antonucci, attorno al quale si era formato un gruppo di intellettuali: l'avvocato Giovanni Profilo, il medico Francesco Morgese, il farmacista Vincenzo Cavaliere e il bibliotecario Giuseppe Capodieci.

«Il Municipio dette in seguito leggiamo ne "La Democrazia" del 13 dic. 1912 il permesso di rovistare nella vecchia biblioteca comunale ricca di libri sacri, ma sprovvista di libri di una qualche utilità e da parecchi lustri abbandonata a tutti gli agenti di distruzione».

Il 22 febbraio 1913 é la data del Regolamento della Biblioteca Popolare, con annessa la Bibliotechina Scolastica, sezione della Federazione Italiana delle Biblioteche Popolari. Fu inaugurata il 31 marzo del 1913 e fu intitolata al tenente Ugo Granafei, il cui unico merito era quello di essere caduto nella guerra di Libia (morì a Sidi Messri il 26 ottobre 1911, ufficiale di carriera nel 150° Reggimento cavalleggeri di Lodi), per un’operazione vendicativa condotta dai libici.

La conferenza augurale fu tenuta da Alessandro Criscuolo, famosissimo "principe del foro", che sebbene residente a Taranto aveva conservato strettissimi legami con la sua città natale, dove vivissimo era il ricordo del padre, il famoso pittore Antonio Criscuolo.

Possiamo conoscere con quali libri fu costituita questa biblioteca, grazie al Registro inventariale, miracolosamente sopravvissuto fino ad oggi [2010]. Già nell'agosto del 1911 il medico F. Morgese, sulla scia dello Sclavo, aveva dato inizio alla nuova biblioteca popolare, donando libri di tecnica agricola e fotografica, del socialista Enrico Ferri, di Cavallotti, di De Amicis, di letteratura (non mancava D'Annunzio), di filosofia, per un totale di 88 volumi; 24 vennero donati dal letterato Francesco Muscogiuri: letteratura, igiene, arte; altri libri di varia cultura (35) dai fratelli Giovanni e Luigi Antonucci.                                   (2-continua)

Domenico Urgesi

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