Due croci patenti templari sul triconco della chiesa di San Lorenzo a Mesagne. (Antonio Pasimeni).

Mesagne non finisce di stupire e continua a mettere in luce alcuni manufatti degni di nota. Abbiamo appena finito di portare in evidenza la lastra con sopra scolpito un candelabro ebraico a nove braccia (hanukkah) esistente presso la chiesa della Madonna della Misericordia di Mesagne, ed ecco che la Chiesa di San Lorenzo (IX – X sec.) ci restituisce le sue due belle croci patenti dei cavalieri del Tempio.

Ipotesi di datazione:

I templari, come altri ordini cavalleresco-militari operanti in Europa ed in Terrasanta, ebbero i loro colori distintivi e le loro insegne.

 

I cavalieri indossavano il mantello e la veste da casa, di colore bianco, simbolo di purezza. Per quanto riguarda la croce, simbolo di tutti i crociati in generale, ma particolarmente utilizzata dagli ordini cavalleresco-militari, per i templari fu di forma patente. Con questo termine si intende dire:

“nella sua forma classica e lineare, solo le punte si allargano a calice e  terminano con il bordo superiore diritto; molto più raramente il bordo diritto assume un aspetto concavo lievemente biforcuto. Alcuni, in modo frettoloso, usano due segmenti che accentuano l’idea della biforcazione e la fanno rassomigliare vagamente alla croce di malta, con cui invece non va confusa. Rappresenta la passione di Cristo”

Il colore era rosso, e andava posizionata a sinistra, a protezione del cuore. Cosi come la vediamo rappresentata sul nostro tempio, fu concessa ai suddetti cavalieri da Papa Eugenio III (... - 8 luglio 1153), cistercense, amico e discepolo di Bernardo di Chiaravalle, il 27/28 aprile 1147 allorché partecipò al primo capitolo generale dell’Ordine, tenuto nel Tempio di Parigi in vista della crociata (la seconda in ordine cronologico: 1145 - 1149). Quindi è molto probabile che tra il 1147 e il 1149, un gruppo di cavalieri templari, che doveva imbarcarsi dal porto di Brindisi diretti in Palestina, abbia sostato a Mesagne sia per problemi logistici che per la salubrità dell’aria, ed abbia impresso sui conci di tufo della chiesetta, il proprio contrassegno.

Rileviamo da Antonio Profilo, in Memorie Storiche di Mesagne, Atesa editrice, 1980, pag. 183, quanto segue: sotto la feudalità dei Normanni Gugliemo I e Guglielmo /i (1144 - l 166), quando saladino stringeva in Palestina aspramente i cristiani, la nostra terra insieme ad altre di questa regione, diede i suoi militi crocesegnati. i quali passarono in Soria (sic!) col grosso dell’esercito, e che nel corso di questa impresa ebbero termine i giorni di Guglielmo II (1899).

Annotiamo anche che con Boemondo di Taranto partirono settemila tra calabresi e pugliesi per la liberazione dei luoghi santi.

Le croci hanno le seguenti misure: altezza, cm. 30, larghezza. cm. 20, la parte superiore allargata, cm. 10.

La croce rossa, che rappresenta, nell’essere croce, la divinità trionfante, e, nell’essere rossa l’umanità martirizzata del Cristo, è usata come simbolo generale dell'ordine, perché cristiana nel più ampio e alto dei significati. Viene applicata sulla spalla sinistra, secondo l’uso sacerdotale, perché il lato sinistro è quello della manifestazione.

L’ordine del tempio manifestava con alcuni simboli esteriori la sua natura, ce n'erano altri non visibili. quelli visibili erano i colori nero e bianco dello stendardo; la suddetta croce rossa che portavano secondo l’uso dei sacerdoti, sulla spalla sinistra. I colori nero e bianco rappresentano, in modo diverso, le due colonne dell’atrio del tempio di Salomone, in mezzo al quale si deve passare per giungere al chiostro dei misteri. 

Sotto le due croci patenti descritte, c’è pure in basso a destra (vedasi foto) una croce greca templare. misura cm 16x 16 era in uso anche quella come si può vedere dall'allegata copia

Mesagne, 24 giugno 201 3

 

Natività di san giovanni battista

Antonio Pasimeni

 

Note Bibliografiche:

Pnnio pomponio, Templari in battaglia, ediz, Penne e papiri, Latina 2005 .

Fernando Pessoa, pagine esoteriche, Adelphi 19

 

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