“A Napoli salvata la via dei pastori” - di Anna Rita Pinto

«Dici Scaturchio e pensi ai babà, alle sfogliatelle, alle pastiere e al ministeriale.

Dici Scaturchio e pensi al centro storico, alle voci, alla gente, al passeggiare frenetico che si ferma per l’assaggio di un mignon o per portar via un vassoio di dolcezze, al profumo che ti trascina dentro quel negozio antico. Pensi a Napoli. La nostra storia, che racconta le dolcezze della città oggi conosciute in tutto il mondo, ruota tutta intorno al capoluogo partenopeo, alle sue tradizioni, ai suoi contrasti, alla memoria della città e ai suoi eventi storici. Nel frattempo abbiamo fatto in modo che la fama delle bontà napoletane invadesse tutto il mondo, per ritornare qui, dove tutto nasce». Questo è ciò che si legge navigando nel sito dello storico laboratorio dolciario partenopeo sorto nel 1903 e che, negli ultimi tempi, dopo aver offerto tanta dolcezza a locali e turisti, rimane invece con l’amaro in bocca per essere balzato agli onori della cronaca per una vertenza amministrativa.

Attualmente Scaturchio può contare su sei sedi operative in diverse zone: storica, in Piazza San Domenico; Vomero; Chiaia; Stazione centrale; Certosa e Castel Sant’Elmo, progettava, però, di allargare la propria rete di vendita in una zona dove, da sempre, si respira aria di tradizione prettamente napoletana, ovvero nel cuore di San Gregorio Armeno, la zona dell’artigianato presepiale. E dopo esserci riuscito, a poche ore dall’inaugurazione tenutasi lo scorso settembre, ne era stata ordinata la chiusura in applicazione della delibera adottata dal Comune di Napoli per bloccare, nei prossimi 3 anni, la nascita di attività del tutto distanti dalla tradizione presepiale napoletana che caratterizza il luogo: fatto divieto per l’avvio delle nuove attività di somministrazione e di vicinato alimentare, al fine di tutelare il patrimonio artistico, culturale, monumentale e architettonico nell’area Unesco e buffer zone e prevede una specifica disciplina per via San Gregorio Armeno.”

Con questa sentenza della Terza Sezione del Tar Campania, fortemente condivisa anche dalla Soprintendenza, in cui si è rigettato il ricorso presentato da Scaturchio per richiedere l’annullamento del provvedimento con il quale il Suap aveva sancito l’inefficacia della Scia per l’apertura di un nuovo locale, il Tar ha, di fatto, riconosciuto gli sforzi della città di Napoli per conservare la storica via dei pastori. Quindi, proprio in questa via, sarà possibile la sola apertura di attività di artigianato presepiale da parte di artigiani iscritti in uno specifico albo, lasciando a Scaturchio altri luoghi per promuovere un altro tipo di attività storica artigianale partenopea, quella dolciaria, con i suoi capolavori fatti di sfogliatelle, babbà, rococò e ministeriale.

Anna Rita Pinto

05.11.23

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