Il falso castello normanno-svevo di Mesagne ovvero saltimbanchi girovaghi e verità storica. (di Domenico Urgesi)
Non mi capita spesso di ricordare i miei sogni, anzi quasi sempre essi svaniscono appena apro gli occhi.
Questa mattina invece, ho fatto un sogno che ricordo benissimo. Mi trovavo in una strada affollata, con tanta gente in festa, e una colonna di carri tirati da giumente e da buoi. Codesti carri erano preannunciati da paggetti colorati che suonavano e cantavano. Tutt’intorno contadini con le loro zappe, mugnai con i loro badili, fabbri con le pinze roventi attorno alle incudini, fornai con grossi panetti fumanti. Insomma, ero in un quadro del pittore olandese Bruegel il vecchio (1560 circa), come quello che state vedendo.
Bambini e massaie si aggruppavano attorno ai nuovi arrivati, i quali con la loro carovana portavano varie novità di cibo, vestiario, giochi, e notizie dal mondo. Questi girovaghi erano attesi come oggi attendiamo le notifiche sui nostri telefonini. E chi chiedeva questo e chi chiedeva quello: “È ancora vivo il Re di Atlantide? E i cavalieri di Camelot, che stavano facendo? E il Regno di Narnia era sempre così prospero? E com’è la Città di smeraldo, la capitale del Mondo di Oz?”.
Tra piroette e voli pindarici, ognuno di quei favolosi saltimbanchi si esibiva nelle risposte più strabilianti e tutti insieme lasciavano attoniti i curiosi abitanti del villaggio nel quale mi trovavo.
Ad un certo punto sono stato attratto dal vociare di un nugolo di ragazzi attorno ad un personaggio con tanto di pizzo e barba, avvolto in un mantello variopinto, che vantava le sue conoscenze storiche; Barbantiqua si chiamava. I ragazzi schiamazzavano in coro: “Racconta racconta”; “Barbantiqua racconta!”.
E lui, con voce altisonante e maestosa: –“Il Duca Roberto di Altavilla, che in francese si scrive Hauteville, venne qui e si innamorò di questa terra; tanto gli piacque che vi costruì un castello. Ed è proprio il castello di Mesagne”.
– “è vero, è vero, viva il Duca di Altavilla; e viva il Principe di Altavilla!!! Evviva, Evviva”.
Barbantiqua continuava: – “un antico documento …nell’anno 1062 …ci dice che “Robertus Hauteville …nell’anno 1062 … fecit castrum in Mejana”.
Mi sono svegliato di soprassalto. – Oddio! Ancora lui, Roberto il Guiscardo!
Ma mi sono subito accorto che era solo un sogno. Perché la storia è molto diversa; basta leggere i documenti autentici; e non farsi imbrogliare da quelli falsi. Infatti, il presunto documento del duca di Altavilla è stato confezionato agli inizi del 1700 dall’abate Pietro Polidori, prelato della diocesi di Gallipoli. Quindi, un falso bello e buono, che è stato sbugiardato dal famoso storico André Jacob. Per ulteriori dettagli e per la precisione, leggi qui e qui.
È da sperare che a nessuno venga in mente di riprendere il falso del Polidori, magari inventandosi dei giochini tipo saltimbanco del Medioevo. Ma se così dovesse accadere, sarebbe la plateale conferma che i cosiddetti social conducono e spingono a superare ogni limite, sia quello della velocità che quello della realtà.
(Domenico Urgesi)
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