Peronospera sui vigneti (di Giovanni Galeone)

Situazione molto preoccupante per i vigneti della provincia di Brindisi, a seguito di condizioni climatiche

abbastanza anomale per la zona, essi sono stati investiti quest’anno da forti attacchi fungini di peronospora che sta decimando la produzione e rischia di avere conseguenze anche sul piano qualitativo, il tutto in un contesto socio-economico del settore vitivinicolo già problematico di per sé.

Dai dati che ci sono pervenuti dal dottore agronomo Emanuele De Milito, consulente di campo di alcune aziende viticole della zona, risulta che la piovosità da gennaio ad aprile è stata circa 350 mm con punte di 130 mm in aprile rispetto ad una media annuale dell’intero 2022 di 500 mm, anche maggio e giugno stanno proseguendo con precipitazioni ben oltre la media. Le temperature medie rilevate nel periodo di germogliamento-fioritura della vite, hanno registrato una media di 25°C con punte tra 6,5 °C e 29 °C. Questo contesto climatico ha permesso la maturazione piena delle spore svernanti di peronospora e con le piogge abbondanti sono iniziate le infezioni sui vigneti controllate con difficoltà anche per l’impossibilità spesso di entrare nei terreni per effettuare i trattamenti. Secondo quanto rilevato nell’areale ad oggi si riscontra una maggiore suscettibilità alla malattia con danni su foglie e grappoli sui vitigni autoctoni come Negroamaro, Malvasia e Primitivo. L’incidenza del danno maggiore si rileva sui vigneti condotti in biologico e sui vigneti in convenzionale o integrato che hanno effettuato interventi tardivi seguenti l’infezione primaria della malattia. Danni rilevanti si riscontrano in particolare sui territori di Sandonaci e San Pancrazio Salentino dove si è riscontrata una maggiore frequenza di precipitazioni, anche grandinigene, associata a specifiche condizioni pedo-climatiche, nelle altre zone della provincia si rilevano punte di incidenza del 50-60% di danno alla produzione. L’incidenza dei trattamenti nell’anno in corso è da comparare a regimi di difesa attuati nel nord-Italia, dove la frequenza degli interventi è spesso inferiore alla settimana, con aggravio economico importante su un prodotto che nel 2022 ha sofferto una notevole riduzione del prezzo di vendita delle uve. Per la vendemmia 2023 si spera adesso in una stabilizzazione delle condizioni meteo ed in un ritorno di temperature e condizioni di umidità meno favorevoli allo sviluppo della peronospora e di altre fitopatie anche per alleggerire la tensione di questo primo scorcio di stagione e permettere di riequilibrare lo stato fisio-nutrizionale delle piante meno compromesse.

Rimane una situazione di mercato problematica per il vino, notevoli sono le giacenze esistenti presso le cantine, il 2022 è stato caratterizzato da un crollo dei prezzi delle uve, infatti gli aumenti dei prezzi di energia e delle materie prime seguite alla post-pandemia sono state scaricate sui produttori a monte e a valle della produzione, e ci si affaccia ad una vendemmia 2023 già problematica sin da adesso. Adesso pare che in previsione del calo produttivo quanti-qualitativo delle uve di prossimo taglio, ci sia qualche segnale di vivacità nel mercato del vino, finora abbastanza stagnante.

Intanto a Mesagne la storica Cantina della Riforma Fondiaria si appresta ad essere assorbita per incorporazione dalle Cantine Ermes, importante gruppo cooperativo siciliano che già operava da alcuni anni a Mesagne e Guagnano, e che oltre in Sicilia è attivo anche in Veneto.

Giovanni Galeone

 

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