Altri numerosi socialisti commemorano Eugenio Santacesaria (di Domenico Urgesi)

Premessa: giunti a questo punto, voglio ricordare che alcuni interessanti lavori sul tema di queste puntate sono già stati realizzati in passato;

mi limito a ricordare i più significativi: da Nello Diviggiano, Damiano Franco e Enzo Poci, Cosimo Greco, Pino Giordano, Giuseppe Pastore, Dino Levante. Con questi nuovi documenti intendo aggiungere dati, precisare, e contestualizzare in un ambito non solo nazionale, ma internazionale quelle vicende così lontane ma così attuali. Spero che l’ottica di questa ricerca storica sia di giovamento ad una migliore comprensione dell’epoca nella quale stiamo vivendo. E comunque tende a porsi nuove domande, nuove prospettive – com’è necessario che sia: i documenti sembrano dire: “ma avete capito? interrogateci come si deve, e capirete”.

La volta scorsa, abbiamo letto l’appassionato ricordo che del nostro Eugenio stilò Sante (Santo) Semeraro, il 21 marzo 1937, quando ne rivelò il nome di battaglia: Mario Carloni. Ma furono molti altri i compagni che lo commemorarono, a testimonianza della grande stima di cui godeva tra gli antifascisti emigrati in Francia e tra gli attivisti francesi.

Leggiamo, quindi, il necrologio che era apparso sull’«Avanti!» del 7 marzo 1937, in prima pagina.

Mario Carloni [sottolineato in segno di lutto]

Sul fronte di Madrid è caduto Mario Carloni che fu nelle nostre file tra i più entusiasti e attivi fino all’ultimo Congresso.

L’ora tarda non ci permette per oggi che di rivolgere alla memoria dell’eroe caduto il nostro saluto.

Diremo meno indegnamente di lui nel prossimo numero.

Un trafiletto dello stesso giornale, a p. 3, riporta un comunicato di solidarietà al partito spagnolo POUM (Partito Operaio di Unificazione Marxista) da parte della Sezione socialista di Aubervilliers, un quartiere di Parigi. Alla fine del comunicato leggiamo:

Prima di iniziare la riunione l’assemblea aveva inviato un saluto alla memoria del compagno Carloni caduto eroicamente difendendo Madrid. Per quanto Carloni non appartenesse più al nostro partito, tutti i compagni hanno conservato di lui il più affettuoso ricordo.

L’affetto del PSIm per il nostro Eugenio ricambiava quello che il mesagnese aveva già nutrito da giovane nei confronti del PSI, e che è confermato almeno dal 1925, da esule. Possiamo, infatti, leggere in un trafiletto sull’«Avanti!» del 29 dicembre 1925, che diversi compagni avevano sottoscritto per il giornale, da Parigi; oltre al nostro Eugenio, risultavano esuli a Parigi: Semeraro Sante, un Marchionna, un De Nitto. Lo trascrivo esattamente come pubblicato nel giornale, rispettando maiuscole, minuscole, la punteggiatura, e gli errori di stampa (come, d’altronde, ho sempre fatto).

Lecce: A mezzo della Fed. socialista: Alcuni compagni residenti a Parigi -. Someroro [ma Semeraro] S. (1° versamento straordinario) auspicando l’unione di tutte le forze proletarie e rivoluzionarie 30, Marochioma [ma Marchionna] V.: 5, Santacesaria E.: 10, De Nitto A. salutando i compagni di Mesagne 5, totale franchi 50, meno spese postali franchi 47, pari a Lire 50.

Scopriamo, così, che a Parigi erano espatriati anche un Marchionna e un De Nitto; cercheremo di scoprire esattamente chi fossero. Aggiungiamo che l’«Avanti!» era un giornale molto amato dai socialisti mesagnesi, tant’è che nel numero del 12 gennaio 1926 risulta la seguente sottoscrizione, questa volta proveniente da Mesagne:

Mesagne (Lecce): Perché il battagliero «Avanti!» abbia vita: P. Stanisci 5, A. De Nitto 1, M. Loggetta 2, Leuzzi 1, D. A. 1, S. Ingegnere 5, N. N. 3; N. N. 3; A. D. F. 5, Santacesaria 5, I. Perrucci 2.50, Palmisano 3, Vallo 2; I. Ignon 1; I. Palmisano 1; M. Priore 2, C. Summa 1; L. Russo 3.50; un consigliere 1; O. Pasimeni 5; C. Rigliano 2; N. N. 1; Cavalieri 1, Falcone 1, Taurino 1, N. N. 2, I. Summo 2, R. Ignon 1, C. Taurisano 1,  A. D. Nitto 1, Rosato 1, Perrucci 1, C. Ladino 1, Summa 1, Facecchia 2, Blasi 0.50., P. Ostuni 5, un gruppo 2.50.                                         (Lire)   50.

Anche qui, ho trascritto il testo esattamente come pubblicato nel trafiletto; per cui alcuni nomi sono sicuramente storpiati (ad es. Ignon). C’è da dire che, consultando i vari numeri del giornale, si può constatare che le sottoscrizioni giungevano da tutta l’Italia. Oggi può apparire sorprendente l’ingenuità con la quale l’organo di stampa del PSI pubblicava i nomi dei sostenitori (in un periodo cruciale per il consolidamento violento del Regime fascista). Ugualmente è degno di ammirazione il coraggio che molti avevano nel dichiarare il loro nome; pochi preferiscono l’anonimato (N.N.), o soltanto le iniziali.

Per quanto riguarda Mesagne, ad una prima occhiata è interessante notare che il trafiletto riporta come sottoscrittore un “S. ingegnere”; quasi certamente si tratta di Pietro Semeraro, allora consigliere comunale, unico ingegnere (era laureato, non geometra) mesagnese chiaramente socialista. I sottoscrittori, come lui, erano quasi tutti esponenti della cooperativa “Unione dei lavoratori”, che insieme alla “Società Operaia” aveva conquistato la maggioranza al Comune, con 24 consiglieri su 30. E quell’Amm.ne resistette alle intimidazioni fasciste, che invece in molte altre città avevano condotto alle dimissioni forzate delle Amm.ni di sinistra, fino ai primi mesi del 1927, quando il fascismo inventò i Podestà in sostituzione dei Sindaci. Franco e Poci hanno dato il dovuto risalto a quelle persone resistenti. A loro (se possibile, forse) bisognerebbe continuare a dare una fisionomia circostanziata, non solo per la verità storica, ma anche per restituire dignità a tutti quei socialisti mesagnesi che nel 1926 resistevano alla dittatura fascista. Prossimamente ce ne occuperemo. E saremo grati ai nostri lettori se vorranno comunicarci le notizie in loro possesso.

Tra i vari cognomi, alcuni dei quali non ci risultano nuovi, leggiamo che Santacesaria sottoscrive 5 lire, ma il nome di battesimo non è indicato. Si tratta certamente di un parente di Eugenio, oppure di una sottoscrizione della famiglia, notoriamente tutta antifascista; non può trattarsi di lui perché era già espatriato. A tal proposito, ci sembra utile segnalare un attestato di stima nei confronti della famiglia Santacesaria da parte del PSIm, pubblicato sull’«Avanti!» (edizione di Parigi) del 5 novembre 1933:

La morte di un amico

Ci giunge dall’Italia la triste notizia che a Mesagne è morto in questi giorni passati il nostro carissimo amico Giovanni Santacesaria fratello del nostro compagno Eugenio e cugino al compagno Semeraro.

Giovanni Santacesaria, seppur non fu un iscritto regolare del nostro partito, ne seguì con amore le sue lotte e fu sino alla sua morte un sincero ed attivo simpatizzante dell’Ideale di emancipazione umana. Di animo buono ed affettuoso, fu un avversario tenace del fascismo, del quale non ebbe timore di denunciare quando gliene si presentava l’occasione, le infamie e la politica di miseria a cui ogni giorno condanna il popolo lavoratore d’Italia.

Sano e robusto aveva da poco varcato la cinquantina, quando un male – ribelle a qualsiasi cultura della scienza – l’ha violentemente strappato all’affetto dei suoi cari parenti e degli amici tutti in mezzo ai quali lascia un vuoto profondo.

Ai funerali che sono riusciti una imponente manifestazione di cordoglio, vi ha partecipato una grande folla di amici e conoscenti.

Sulla bara del nostro povero amico scomparso noi socialisti inchiniamo le nostre ideali rosse bandiere ed esprimiamo alla famiglia ed ai nostri compagni le nostre sentite condoglianze.

Questo ricordo non è firmato, e ci domandiamo chi può averlo ispirato, sia a Mesagne che a Parigi. Ipotesi se ne possono fare tante, è vero. Attendiamo tuttavia suggerimenti, purché siano fondati su elementi certi e/o riscontrabili; ad es. fotografie, lettere, diari, ricordi di famiglia, ecc. (continua)

Domenico Urgesi

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