Parola di Zar-Putin: “Occidente degenerato, pedofilo e decadente” (di Domenico Urgesi)

Se non l’avessimo sentito tutti, con le nostre orecchie, e letto con i nostri occhi, stenteremmo a credere a queste parole,

pronunciate da Putin il 21 febbraio 2023 davanti alla classe dirigente russa: “Guardate cosa stanno facendo con i loro stessi popoli: la distruzione della famiglia, dell’identità culturale e nazionale, la perversione, l’abuso sui bambini, fino alla pedofilia, sono dichiarate la norma, la norma della loro vita; e il clero, i sacerdoti sono costretti a benedire i matrimoni tra persone dello stesso sesso”.

E ancora: “Ma voglio dire loro: ma guardate, scusatemi, le sacre scritture, i libri principali di tutte le altre religioni del mondo. Lì si dice tutto, compreso che la famiglia è l’unione di un uomo e una donna; ma questi testi sacri ora vengono messi in discussione. Le élites, francamente, stanno impazzendo e sembra che non ci sia una cura. Ma questi sono loro problemi, come ho detto, e noi siamo obbligati a proteggere i nostri figli, e lo faremo: proteggeremo i nostri figli dal degrado e dalla degenerazione”.

Ora, se le avesse pronunciate qualcuno di «Comunione e liberazione», qualcuno come Giovanardi, o come Salvini, qualcuno della destra cattolica più arcaica, potremmo dire che è gente che vive ancora nell’Ottocento. Se lo dicesse qualcuno come Mussolini o Almirante, potremmo dire che è gente che ci vuol riportare nell’Ottocento.

Ma dette da un russo? Anzi, dal più alto in grado dei Russi? A quali modelli si ispira il signor Putin? Si ispira forse a Lenin, a Trotskj, a Majakoskj? Si ispira ai russi che fecero grande la Russia? Assolutamente no! Si ispira certamente all’ideologia stalinista. Guardate che cosa diceva il ministro della giustizia di Stalin (Krylenko) nel 1936:

"Nel nostro ambiente, nell'ambiente degli operai che hanno il punto di vista delle normali relazioni tra i sessi, che stanno costruendo la loro società su principi sani, non abbiamo bisogno di piccoli gentiluomini di questo tipo. Chi sono quindi per la maggior parte quelli coinvolti in questi affari? Lavoratori? No! Marmaglia declassata. Marmaglia declassata, proveniente dalla feccia della società o dai resti delle classi sfruttatrici”.

E il capo del Kgb, Jagoda, scrisse a Stalin che i gay stavano “stabilendo una rete di saloni, ritrovi, gruppi e altre organizzazioni di pederasti, per trasformare poi gli omosessuali in spie antisovietiche”.

In quel periodo, quelli che non erano riconosciuti “normali”, non solo i gay, venivano arrestati, accusati di “attività controrivoluzionaria" e… fatti sparire.

Se guardiamo poi alla Germania nazista, anche là bastava poco per essere mandati nei campi di concentramento. E nell’Italia fascista la situazione non cambiava molto.

Oltre a rivendicare le mani libere nel campo delle armi nucleari, ci ha detto anche un’ultima cosa, Putin, nel finale del suo discorso: che il suo modello di governo è quello realizzato da Stolypin. E chi era costui? Pyotr Stolypin fu messo al governo dallo zar Nicola II dopo la rivoluzione del 1905 (seguita alla sconfitta militare ad opera del Giappone) per restaurare il potere zarista. Per restaurare il potere imperiale, Stolypin fu il principale nemico della grande massa dei contadini russi. E finì ucciso da un rivoluzionario russo. Da questo richiamo delirante dello ZarPutin ai fatti storici, si può capire il livello di conoscenza storica della Russia attuale. È orribile vedere la classe dirigente russa ascoltare i discorsi di ZarPutin supinamente. Significa che è quello il loro livello di coscienza e conoscenza storica. Ed è la narrazione che stanno infondendo nelle masse russe.

E non è una buona notizia: abbiamo un serio problema in Europa. E va ben oltre l’Ucraina. Siamo di fronte ad una nazione, la Russia, che non ha assimilato in alcun modo i principi di base della società liberale: il rispetto dei diritti fondamentali della persona, la distinzione tra rappresentanza e governo, tra potere politico e potere giudiziario, ma soprattutto tra potere civile e potere religioso. Stiamo vedendo in Russia la gerarchia della Chiesa ortodossa asservita al potere imperiale dello ZarPutin, come negli anni dello stalinismo era asservita al potere della dittatura staliniana. La separazione tra Chiesa e Stato fu, tra Sette e Ottocento, uno dei cardini della rivoluzione liberale. Ed era uno dei cardini della rivoluzione bolscevica del 1917. Poi, con Stalin, la religione è stata incorporata nello Stato e nel Partito.

Similmente, nel nazismo, la religione cristiana fu soppiantata dalla religione di partito, dal nuovo Dio-Fuhrer. Lo stesso tentativo fu fatto anche in Italia, determinando forti contrasti con la Chiesa cattolica. Ma il tentativo di incorporare la religione in un Partito, per farlo diventare totalizzante e dominante anche dal punto di vista culturale, è una strategia politica che si sta rivelando possibile anche nelle società liberali, come ha dimostrato Trump negli USA.

Lenin si pose il problema del “che fare?”, ben sapendo che la Russia era un paese medievale; egli aveva chiaro che bisognava fare non solo una rivoluzione comunista, ma anche una rivoluzione liberale. Stalin non aveva le capacità di analisi e di sintesi di Lenin. E fece un disastro, riportando la Russia nella situazione civile e giuridica di tipo medievale. Su tutto questo la sinistra deve prendere atto di essere in grave ritardo, bisogna guardare le cose come sono, senza la lente dell’ideologia “comunista”, senza alcun fanatismo. Bisogna prendere atto che la Russia ha ancora bisogno di una rivoluzione liberale. Oggi essa è solo una potenza imperialistica, come ai tempi dello Zar, come ai tempi di Stalin, dominata dal fanatismo talebano di un ceto dirigente ottuso.

Questa analisi sembra ancora più valida con la mossa del 22 febbraio 2023, quando ZarPutin ha revocato la sovranità della Moldavia. Di che si tratta? La Moldavia confina a Ovest con la Romania, ma prima del patto Molotov-Ribbentrop faceva parte della Romania. Con quel patto, Hitler si prese la Polonia e Stalin la Moldavia e gli Stati Baltici. Ebbene, come l’Ucraina, anche la Moldavia uscì dall’URSS nel 1991, pacificamente. A Est essa confina con un piccolissimo paese che si chiama Transnistria (che a sua volta confina con l’Ucraina), una striscia di 4.000 Km quadrati poco più grande del Salento. In Transnistria vivono ancora come se l’URSS non fosse mai crollata, con i soviet e le bandiere del PCUS. La Transnistria, invece, rimase annessa alla Federazione Russa. Oggi, 22 febbraio del 2023, lo ZarPutin si vuole riprendere anche la Moldavia.

Dal punto di vista politico, ciò rappresenta senz’altro un aumento della tensione militare. Siamo avvisati: il prossimo fronte sarà in Moldavia. E già ci sono manifestazioni contro quel governo. Dal punto di vista storico, se ce ne fosse bisogno, quest’ultima mossa dimostra in maniera lampante che l’Unione Sovietica non era altro che la maschera sotto la quale ci celava il tradizionale imperialismo della Russia zarista.

In questa situazione è da pusillanimi essere contrari a mandare aiuti militari agli Ucraini, è immorale. Ed è inqualificabile il fatto che non riusciamo a gridare “Putin go home”, mentre negli anni ’60, gridavamo a squarciagola: “Yankee go home”.

Alla luce di quello che sta avvenendo ormai da un anno, bisogna quindi riconsiderare la storia del Novecento, come una storia dominata dai totalitarismi fascio-nazista e stalinista. E la coda dello stalinismo aleggia pesante. Bisogna prendere atto che la Russia non è affatto paragonabile a paesi come l’Italia, la Francia, la Gran Bretagna. Sappiamo bene che vari storici stanno proponendo questo tipo di lettura della storia; il fatto è che bisogna far uscire queste idee dal chiuso dei circoli culturali di élite.

Ma, tornando all’Europa occidentale, questo meccanismo totalitario scattò negli anni ’20 del Novecento e durò un ventennio. Poi, dopo la sconfitta del fascio-nazismo, il meccanismo delle società liberali tornò a funzionare; e, lentamente, ad essere assimilato nei vari strati della popolazione. Così non avvenne, invece, in Russia e in alcuni altri paesi dell’Europa orientale, dove i principi dello stato laico erano apparsi e subito scomparsi.

Bisogna tornare ad interrogarsi su che cosa è la storia della nostra Europa, perché due Guerre Europee che divennero mondiali sono nate qui, perché per due volte gli Stati Uniti sono venuti a mettere pace. E perché è scoppiata, in poco più di 100 anni, la Terza Guerra Europea. E perché ancora oggi non siamo capaci di mettere ordine nei nostri rapporti; e abbiamo ancora bisogno degli Stati Uniti per impedire a una classe dirigente come quella russa attuale di spadroneggiare sul resto dell’Europa.

Il problema non sono gli Stati Uniti, perciò; il problema è l’Europa. L’imperialismo statunitense, diciamolo francamente, è stato determinato dall’inconsistenza secolare dell’Europa, ossia dalla contrapposizione secolare e dinastica degli Stati europei (ricordiamo, ad esempio, la Triplice Alleanza, la Triplice Intesa). Quando l’Europa era il centro del mondo, i vari Stati si contrapponevano gli uni agli altri, utilizzando tutti i mezzi, compresa la religione cristiana. Quella contrapposizione rallentò il consolidamento dei valori liberali e la comprensione dei problemi posti dall’avanzare della società di massa.

Il nostro Stato, ossia lo Stato laico (quello Italiano anzitutto), con la Società laica di massa, sono un fenomeno storico che ha bisogno di lunga durata per consolidarsi. Cominciò qualche secolo fa in Gran Bretagna, poi in Francia, poi in Italia e negli altri paesi europei occidentali; ma è stato un processo lento, perché deve essere assimilato dalla grande maggioranza, tant’è che ancora oggi non è ancora perfettamente realizzato.

In Russia e in alcuni paesi ex-comunisti, questo processo storico è appena cominciato, nel 1989. Sarà un processo lungo e accidentato. E forse anche là si riproporranno (se non sono già in atto) fenomeni di tipo fascio-nazista, simili a quelli italo-tedeschi del primo Novecento.

(Domenico Urgesi)

 

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