Alessandro, lo spettacolo teatrale in ricordo di Leogrande

Poco più di 5 anni fa, all’età di 40 anni, ci lasciava inaspettatamente Alessandro Leogrande,

un giovane intellettuale tarantino la cui attività di scrittore, giornalista e saggista si era rivelata particolarmente intensa ed efficace per lucidità analitica e impegno in difesa dei dimenticati e più sfruttati nei diversi contesti. Ultimi, penultimi, terzultimi erano i protagonisti delle sue pagine e li scovava non nella fantasia ma guardandoli lavorare nei campi, uscire intossicati da una fabbrica, emergere dal nero di un mare di sera.

Sabato nel Teatro comunale di Mesagne il 4° appuntamento della stagione teatrale è dedicato alla sua figura con l’opera “Alessandro – Un canto per la vita e le opere di Alessandro Leogrande” per la regia di Fabrizio Saccomanno.

Non sono storie d’amore quelle di Leogrande, se non d’amore per l’umanità. Sono libri che raccontano la realtà e quindi storie di vita, anche quella che molti non vogliono vedere, i cosiddetti invisibili erano quelli che più attiravano l’attenzione di Alessandro e i suoi libri non erano il frutto di finzione narrativa ma di reportage, inchieste sul campo, insomma andava a sporcarsi le mani prima di mettere nero su bianco e raccontava le storture illogiche del nostro tempo con una prosa raffinata e decantata.

Autore di libri che hanno lasciato il segno, dedicati alla sua città “Un mare nascosto” o “Fumo sulla città”, agli sfruttati del caporalato “Uomini e caporali: viaggio tra i nuovi schiavi nelle campagne del Sud”, al contrabbando “Le malevite. Storie di contrabbando e di multinazionali”, agli immigrati “Il naufragio: morte nel Mediterraneo” e “La frontiera”, quest’ultimo fu presentato presso una locale libreria anche a Mesagne dove lo scrittore tarantino era stato anche in occasione di un convegno di Nazione indiana, il blog collettivo di promozione letteraria, che tenne il suo appuntamento annuale nel 2012 all’Isbem nell’ex Convento dei Cappuccini. Tra le sue attività giornalistiche di rilievo la sua vicedirezione de “Lo straniero”, la rivista fondata da Goffredo Fofi, suo importante mentore, e la sua collaborazione al Corriere del Mezzogiorno, sul quale scrisse il suo ultimo articolo “L’identità pugliese guarda al futuro”, l’identità non è fatta solo di radici, ma anche di ali.

L’opera teatrale di Gianluigi Gherzi e Fabrizio Saccomanno, organizzata dal Koreja di Lecce con la collaborazione di Salvatore Tramacere, vedrà il regista Saccomanno dividere il palco con un coro di 4 cantanti, Giorgia Cocozza, Emanuela Pisicchio, Maria Rosaria Ponzetta, Andjelka Vulic, che intonano canti popolari di diverse tradizioni e nel racconto si svelano le storie degli altri che compongono una visione uniforme del mondo come Leogrande lo ha vissuto. Sipario alle 21.

Giovanni Galeone

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