Mesagne e la cultura (di Domenico Urgesi).

Intervengo sulla questione aperta da Giuseppe Florio, qualche giorno addietro, sperando di portare un modesto contributo. Egli si era soffermato sulla cosidetta MesagnEstate, ossia il programma di spettacolo e cultura patrocinato dall’Amm. Comunale. Devo dire che non mi aspettavo grandi interventi, ma se gli attori della suddetta Estate mesagnese sono varie decine, almeno un poteva intervenire, no? Macché, a Mesagne siamo abituati a scagliare la pietra e nascondere la mano.

Ognuno è pronto a criticare (alle spalle), ma –tutto sommato– questa situazione và bene così. E poi, c’è il disinteresse della maggior parte, l’indifferenza (fate quello che volete, purché non si tocchi il mio giardino). Spero, comunque, che qualcuno sia stimolato da questo mio intervento. Mi piacerebbe, sinceramente, dialogare –oltre che con Florio– con i molti amici, e conoscenti, che operano in questo settore.

Florio si chiedeva: -Mesagne si può permettere che ci siano tre sagre contemporaneamente, nella stessa serata?

Con la mia esperienza, avendo lavorato per quasi 30 anni nel Settore dei Beni e Attività culturali (e per qualche anno anche nello Sport e Spettacolo), la risposta è semplice: bisogna sapere come si crea concretamente il programma.

 

Le varie associazioni, società, consorzi, sodalizi, ecc. presentano le loro proposte al Comune, ossia all’Ufficio preposto: chiedono, concretamente, l’utilizzo di spazi pubblici; e/o il patrocinio. L’Ufficio verifica la presenza dei requisiti di serietà e legalità, e –in base al regolamento vigente– autorizza, o demanda alla Giunta. Perciò, se il proponente X, Y, o Z propongono diverse manifestazioni nella stessa serata, come si fa a dire di sì a X e di no a Y e Z? Pertanto, si ammettono tutte e tre. E così, peraltro, si accontentano tutti i gusti, da quelli più “popolari” a quelli più “raffinati”.

Fin qui, nulla quaestio.

La domanda è: X si è mai interessato di che cosa fanno Y e Z? La risposta è che ognuno và per conto suo, infischiandosene di quello che fanno gli altri. E questo, in una società liberale è una cosa normale: la concorrenza, anzi l’individualismo, è il sale di questo tipo di società. Ma questo tipo di società dispone di un terzo attore, lo Stato (e il Potere Locale). Questo terzo attore ha il compito di regolare i conflitti fra i privati, facendo in modo che i loro sforzi non si annullino l’un l’altro. In un’ottica di programmazione, inoltre, il terzo attore avrebbe il compito di fare in modo che gli sforzi siano convergenti.

Guardate che la stessa cosa si verifica per l’utilizzo delle strutture sportive comunali: campo sportivo, palazzetto, ecc. Croce e delizia (si fa per dire) sia per il Responsabile dell’Ufficio che per l’Assessore al ramo; ma quanta croce!!! Si fanno riunioni, dove ognuno partecipa con un solo scopo: ottenere il massimo risultato per sé, oppure il minimo danno. Che ci siano 5 o 10 compagnie, società, associazioni che praticano tutte lo stesso interesse, e che litigano continuamente [tristi ricordi!], è una cosa allucinante: neanche se Mesagne fosse Milano! E seguirle poi tutte!... Una maratona che non vi dico, sia per l’Assessore che per il funzionario!

Purtroppo, però, basta mettere il naso fuori dal proprio uscio, per vedere che a Mesagne il proprio egoismo uccide lo spirito civico anche nella vita di tutti i giorni. È facile trovare macchine parcheggiate perennemente sotto il segnale del “divieto di sosta con rimozione”. O lasciate tranquillamente sulle strisce pedonali (in quei rari tratti dove ancora sopravvivono). O spazi pubblici (piazzette, marciapiedi, perfino tratti di strada) occupati dalle mercanzie dei negozi prospicienti. [Ecco, la dimostrazione più lampante che l’Estetica è lo specchio della Società, ossia dell’Etica]. C’è da domandarsi se la tolleranza di queste situazioni (ben conosciute), non sia un incentivo ai comportamenti “incivili”.

Ma, torniamo a Florio, allargando lo sguardo; egli si domandava ancora: come mai non viene dato risalto a manifestazioni di alto livello culturale? E che poco, o nulla, chiedono all’Amm.ne Comunale? Come mai neanche i media locali ne parlano?

Anche qui la risposta è semplice: dipende dall’obiettivo che si vuol mettere in evidenza. La pubblica Amm.ne dovrebbe, invece, definire anzitutto qual è l’obiettivo che si vuol raggiungere, ossia che l’Ente Pubblico vuol raggiungere. La piattaforma programmatica, quindi. Che anche i media locali hanno (o non hanno).

Se guardiamo allo sviluppo italiano degli ultimi decenni, pare che sia proprio questa la grande assente: la programmazione. Ma senza allargare la questione all’intero Paese, fermiamoci su Mesagne. E domandiamoci: la programmazione pubblica, a Mesagne, come è messa? Personalmente, penso che attualmente sia messa un po’ male. E male dove? Nell’esecuzione? Nell’elaborazione? Nella coda oppure nella testa? A mio parere il guaio stà proprio nella testa, ossia nella carenza degli obiettivi programmatici; nella insufficiente programmazione. E, in alcuni settori, si aggiunge la insufficiente esecuzione. Sarebbe complicato dire con precisione chirurgica quando nasce la crisi, con quale Sindaco. Sarà stato dieci o quindici anni fa, l’anno preciso non cambia i dati di fatto: la “spinta propulsiva” degli anni ’90 si è esaurita.

Perché? Colpa dei Sindaci? Colpa dei Partiti? Colpa dei Cittadini? Per rispondere correttamente, bisognerebbe sapere se i Cittadini rivolgono lamentele sulle “carenze culturali” al Sindaco. Non mi pare… che ci siano centinaia di lettere, e folle di cittadini arrabbiati per le carenze del settore Cultura, Sport e Spettacolo. Il Sindaco, dunque, non è colpevole; dal punto di vista puramente istituzionale, non è colpevole. E, quindi, anche la macchina comunale non è colpevole.

Restano i Partiti. Anche qui, per dare una corretta risposta, bisognerebbe sapere se i Partiti ricevono lettere, e folle di iscritti delusi per la loro scarsa attività nel campo della Cultura, Sport e spettacolo. Non mi pare…

Ma allora, se nessuno si lamenta… qual è il problema? «Il problema, allora, site voi, eterni scontenti!…»; «…và tutto bene, che meglio non potrebbe andare!… nessuno si lamenta e voi – viziati intellettuali! – solo voi vi lamentate, solo per il gusto di lamentarvi!».

Ecco, penso che molti risponderanno così alle riflessioni di Giuseppe Florio. Oggi, risponderanno così. Non lo avrebbero fatto 20-25 anni fa (anno più anno meno), quando i Partiti, i Sindaci, il Comune, diedero un’impronta decisa proprio nel settore Cultura, Sport e Spettacolo, coinvolgendo i Cittadini, le Associazioni, gli Istituti Pubblici. Eppure, neanche allora al Sindaco arrivavano centinaia di lettere, neanche allora arrivavano ai Partiti centinaia di lamentele sul settore Cultura, Sport e Spettacolo. Eppure, il Sindaco era mobilitato, i Partiti erano mobilitati, i Cittadini erano mobilitati.

Il programma “MesagnEstate” fu inventato allora, insieme ad una miriade di altre iniziative socio-culturali. Qualcuno arrivò a parlare di Rinascimento mesagnese; e non era una esagerazione.

Bisognerebbe, forse, fare un bilancio di questi ultimi 20-25 anni; ricordare che cosa era l’estate mesagnese 30 anni fa, come fu concepita nei primi anni novanta, che cosa è diventata dopo. E, di pari passo, ricordare che cosa era il Centro Storico 30 anni fa, come fu cambiato 20 anni fa, che cosa è diventato oggi. Il discorso, qui, si farebbe troppo lungo, ci ritorneremo; mi basti ricordare, ai più giovani, che l’estate mesagnese, fino agli anni ottanta, era soltanto una prosecuzione della festa patronale: il Comune ingaggiava questo o quel cabarettista, finanziava questa o quella mostra artistica, fotografica, ecc.; finito lì: il Comune giocava tutto “in proprio”.

Dopo –negli anni novanta– si è decentrato ai privati, si è affidato ai privati il compito di fare cultura, sport e spettacolo, ma sempre all’interno di un programma di base, con l’obiettivo di rendere Mesagne città d’arte, di attrarre a Mesagne investimenti, di far conoscere Mesagne nel mondo.

Lentamente, poi, la situazione si è rovesciata: i privati hanno preso il sopravvento sull’intervento pubblico; oggi sono i privati che sfruttano gli spazi pubblici, le strutture pubbliche, il cosidetto “cartellone”, solo per il loro tornaconto. Si fanno, perciò, una concorrenza spietata, anche usando “mezzi non convenzionali”. Vediamo, perciò, sovrapporsi iniziative simili; nella stessa serata, oppure a distanza di pochi giorni.

Conclusione? La differenza fra l’oggi e una generazione addietro, a mio parere, è che allora c’era Vision (visione strategica dell’azione politica); e ne conseguiva che i Sindaci e la macchina amministrativa avevano una Mission (cronoprogramma delle azioni). Ma su questi due aspetti della stessa medaglia bisognerà riflettere. Qualcosa, indubbiamente, non và; e MesagnEstate (ma non solo) và rivista, ripensata, riformata e rilanciata.

C’era Vision, quindi, ossia una concezione della Cultura. Ma, prima ancora vi era una concezione della Società. Oggi –la sociologia insegna– viviamo in un mondo liquido, dove i valori sono evanescenti, effimeri, di corto respiro; dove lo sguardo è rivolto all’oggi, tutt’al più al domani; dove prevale l’interesse immediato. Dove prevale –vien da pensare– un vero e proprio interesse liquido (ossia monetario). Ne consegue, a mio avviso, che ancora più necessaria è l’opera del “terzo attore”, quello pubblico.

Domenico Urgesi

(già direttore della Biblioteca e Museo di Mesagne)

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