Il virus che non perdona (di Pasquino)

Ha impedito il saluto con stretta di mano;

solo un cenno con gli occhi,  ma da lontano.

Non ha permesso che una persona morente

fosse consolata  da un proprio parente.

Tanti morti trasportati da carri militari,

senza che fossero  avvisati i loro  cari.

Ha spazzato via la religiosa festa di Natale,

come se fosse scoppiata la III guerra mondiale.

E forse non arriverà nelle loro abitazioni

Babbo Natale che ai bimbi porti i doni.

I nonni il loro Natale da soli trascorreranno,

perché da figli, da nipoti distanziati saranno

per paura che il virus presente dappertutto

sia la causa immediata di un grave lutto.

Migliaia sono ovunque i morti e i contagiati

e gli ospedali sono fortemente intasati ;

medici ed infermieri si prodigano con cura

per strappare tanti malati a morte sicura,

ma centinaia  di loro hanno sacrificato la loro vita

durante questa emergenza del tutto inaudita.

Davanti a questo epocale sconvolgimento

hanno tutti gli uomini tratto insegnamento?

Hanno rinunciato al  loro delirio di grandezza,

alla loro arroganza, alla loro stupida pochezza?

Hanno capito che un virus di piccolissime dimensioni

può sconvolgere la loro vita e le loro azioni?

Sono oggi disposti all’accoglienza, alla solidarietà?

Hanno riscoperto  i veri valori dell’Umanità?

Molti fatti attestano che ciò non è accaduto:

si continua a pensare al potere ogni minuto.

Capi, capetti e segretari nazionali di partito

per combattere il virus non alzano un dito.

Pasquino, dicembre 2020

 

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