Così nacque lo stemma della Repubblica. A realizzarlo il massone e valdese Paolo Paschetto

Nella scheda per il referendum del 2 giugno del 1946 la Repubblica era stata rappresentata da due fronde di alloro e quercia

con al centro la testa dell’Italia turrita e sullo sfondo il profilo della penisola. Dopo quella storica data, la Presidenza del Consiglio dei Ministri nominò una Commissione incaricata di studiare il nuovo emblema dello Stato che indisse un concorso tra gli artisti italiani. La gara non fu facile e solo nel 1948 l’Italia ebbe il suo stemma, così ufficialmente descritto: composto di una stella a cinque raggi di bianco, bordata di rosso, accollata agli assi di una ruota di acciaio dentata, tra due rami di olivo e di quercia, legati da un nastro di rosso, con la scritta di bianco in carattere capitale “Repubblica Italiana”.

Paolo Paschetto

L’autore del bozzetto che era stato selezionato e che poi venne sottoposto all’approvazione dell’Assemblea Costituente era Paolo Paschetto, massone e valdese. Nato il 12 febbraio 1885 a Torre Pellice (TO), Paschetto, che ha vissuto per un lungo periodo a Roma (sue sono le vetrate della chiesa valdese di Piazza Cavour e della chiesa metodista di via XX Settembre), è stato attivo nel campo della decorazione d’interni e delle arti applicate, dell’illustrazione e della grafica editoriale, dell’incisione e della pittura di paesaggio. Il Comune di Roma gli ha intitolato il viale sito all’interno di Villa Torlonia dove gli era stata dedicata nel 2016 anche una mostra e dove, presso la Casa delle civette, sono conservate alcune sue opere e bozzetti.

(Fonte Web: Grande Oriente)

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