Giochi d’occhi, “La Dea Fortuna” ed i saluti di Ozpetek in sala

“La dea fortuna” è il titolo del film, in questi giorni nelle sale, per la regia di Fernand Ozpetek.

Una storia più che attuale, caratterizzata da personaggi “simbolo” del nostro tempo inseriti in una normalità ancora non del tutto concretizzata. La crisi sentimentale di una coppia gay viene interrotta dall’arrivo di una ragazza madre - migliore amica di uno dei due e determinante nel crearsi della loro storia - e dei suoi due bambini dei quali la coppia diventerà tutrice. 

Una storia, insomma, fatta di piccoli gesti quali abbracci, premure, ma soprattutto sguardi di complicità e fiducia, capace di far emergere questioni estremamente serie con la leggerezza di scrittura propria del regista, intervenuto peraltro il 30 dicembre a sera, nella sala 3 della Multisala “Andromeda” di Brindisi per ringraziare il pubblico del consenso tributatogli e per ringraziarlo nuovamente all’osservazione che “era più che opportuno un film così pieno di sentimenti” in un momento come quello attuale.

Il film, com’è ovvio che accada, si presta ad innumerevoli letture, ma se proprio vogliamo puntare su alcuni aspetti soltanto, degno di essere rimarcato è quello che il regista riesca a dare al valore dell’amicizia ed alla sincerità dei rapporti tra persone: l’affetto sincero viene prima ed è più qualificante di qualsiasi vincolo di sangue, che talvolta condiziona i sentimenti a tal punto da far emergere il proprio egoismo annullatore di ogni cosa.

Un egoismo che rende ciechi, mentre gli occhi servono a ben altro: servono ad amare e basta seguire le indicazioni che quella ragazza madre di nobile famiglia ha lasciato in consegna al suo bambino: si fissa la persona che si ama, poi si chiudono gli occhi perché l’immagine incamerata scenda già dagli occhi al cuore e, una volta giunta in quella sede, lì resterà per sempre. Insomma, un amore eterno, oltre l’eros, oltre la filìa.

Tutte superbe le interpretazioni, ma come non sottolineara quelle dei due bambini e di una Barbara Alberti da candidare ai premi cinematografici come migliore attrice non protagonista?

Enrica Sconosciuto

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