Un'analisi di Giuseppe Florio sulle prossime elezioni amministrative.

Elezioni amministrative: a bocce (quasi) ferme sembra possibile abbozzare un'analisi preliminare.

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Orsini, candidato sindaco? ma solo con un partito unito (di Giuseppe Florio).

Il malore delle scorse settimane non ne ha fiaccato né il corpo né lo spirito. Anzi, Fernando Orsini sembra aver acuito l'arguzia e la capacità di analisi che ne hanno contraddistinto l'intera vita pubblica e privata.

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La casa di Carlo un racconto in anteprima.

Il breve racconto che segue è stato scritto a quattro mani dall’intellettuale e regista teatrale Giancarlos Stellini e  da Carlo Anzini. Il pezzo aprirà la serata di letture programmata per il prossimo 29 dicembre presso la libreria Lettera 22 a Mesagne. 

Carlo vive in una macchina e non gli manca nulla, ma proprio nulla.

Ha persino un cane di nome Snoopy, un po’ attaccabrighe è vero, nonostante la piccola statura allungata, con quell’andatura da bulletto di quartiere, dinoccolata e strafottente, per via in realtà di una zampa che ad ogni passo che fa sembra volersene uscire per fatti suoi dalla scapola. Un infortunio. Pare che dei ragazzi con poco sale in zucca ma tanta tanta spensierata cattiveria, si divertissero con lui a fargli fare salti da un’altezza tale che ogni volta che toccava il pavimento il povero Snoopy vedeva le stelle.

Come il suo padrone anche Snoopy è un gran sognatore. I suoi occhi quando ti guardano – tanto sono dolci e languidi – paiono fatti di panna montata con al centro un chicco tondo tondo di cioccolato fondente.

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Carlo: senza casa, ma non senza dignità (di Giuseppe Florio).

Mettiamola così: Carlo non può pasteggiare a tavola sorseggiando un rosso, fare una doccia, mettere il pigiama di pile, guardare un po’ di tv stravaccato sul divano prima di andare a dormire e poi riposare tra i guanciali fino al risveglio. In realtà, Carlo non può fare proprio nulla: non ha né un pavimento né un tetto, ma non vive in via dei Matti al civico zero, lui non ha una casa. Vive da tre mesi nello spazio angusto di una utilitaria malmessa, in compagnia di Snoopy, adorabile cagnolino strappato alla vita da canile.

Raggiungendolo in via Giovanni Antonucci, larga traversa a ridosso della scuola elementare “G. Falcone”, uno si aspetta di trovare una carcassa d’uomo: disperato o inerte e depresso. E invece Carlo Anzini è un monumento alla dignità, è composto, interessante, colto, e racconta una vicenda complicata e dolorosa con inaspettata arguzia.

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Raffaele Depunzio: col PD si può parlare, aspettiamo rinnovamento e adesione al nostro programma (di Giuseppe Florio).

A differenza del padre Damiano, che aveva una personalità amabile, Raffaele Depunzio ha un carattere spigoloso e qualche volta ispido. Ma proprio dal padre, socialista intransigente, sembra aver ereditato la caparbietà, la passione civile e la capacità di approfondire anche le tematiche complesse. In forza di ciò, proprio dal giovane Depunzio sono infatti derivate le vertenze più ostiche per l’amministrazione Scoditti. Oggi Depunzio è dirigente di ProgettiAmo Mesagne.

A che punto è ProgettiAmo Mesagne sul piano delle alleanze? Il dialogo col PD si è infittito, porterà ad un risultato?

«C’è stato uno scambio di opinioni, non possiamo parlare di trattativa, abbiamo indicato le nostre priorità, su cui chiediamo convergenza, al di là di una eventuale alleanza. La città ha bisogno di risposte, pretende ci sia una inversione di rotta, e vuole ristabilire un rapporto di fiducia con i futuri amministratori. I commenti spesso calunniosi sui social network, sono espressione della distanza fra il “palazzo” e la comunità. È necessario arginare tale deriva con gli strumenti per i quali ci siamo battuti: adesione alla “Carta di Pisa”, adozione della “Carta dei Servizi della P.A.”, rimodulazione della macchina amministrativa. Su altri temi si può trovare un percorso comune».

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Mesagne bene comune: sulla partecipazione Scoditti ha fallito (di Giuseppe Florio).

Quelli di Mesagne Bene Comune sono sfrontati, non di rado impertinenti e qualche volta arroganti. Ma il sindaco Scoditti questa volta se l’è cercata. Il primo cittadino si era lamentato negli scorsi giorni della mancata partecipazione civica all’iniziativa “Cittadini interattivi”, presentata giusto alla fine della consiliatura, dopo 4 anni di arroccamento dell’amministrazione nella propria torre d’avorio. Certamente la qualità dell’opinione pubblica mesagnese negli ultimi anni è precipitata, degradando verso soglie di volgarità o inconsistenza. Restava però una fetta di popolazione attenta, visibilmente ansiosa di partecipare allo svolgimento ed anche al condizionamento della vita pubblica, che oggi è frustrata dall’andazzo.

Mesagne Bene Comune ha intanto optato per una svolta «celodurista»: presenterà nei prossimi giorni un esposto presso la Procura della Repubblica al fine di verificare la legittimità degli impianti fotovoltaici in località “Masseria la Cattiva” e “Masseria Vasapulli”, entrambi localizzati in agro di Mesagne. A detta dei suoi dirigenti, «gli impianti in località “La Cattiva” sarebbero stati autorizzati nonostante si trovino in un’area indicata dal PUTT (Piano Urbanistico Territoriale Tematico) come area a tutela integrale»; ciò varrebbe anche per quelli installati il località Vasapulli.

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Sulla legalità invertire la rotta (di Giuseppe Florio).

Non accenna a placarsi la polemica sui temi della legalità. Innescata dalla segreteria politica di ProgettiAmo Mesagne, rinfocolata dalla risposta del sindaco Scoditti, trova una nuova puntata nella controreplica del movimento civico guidato da Domenico Magrì e Antonio Calabrese.

Scrivono in una nota: «L’accusa che Scoditti ci rivolge di mistificare i fatti ci spinge a ribadire i tanti comportamenti con cui lei e la sua giunta avete gravemente nuociuto all’immagine della nostra città: la questione della costituzione di parte civile dell’amministrazione comunale nei processi penali a carico della criminalità organizzata, da noi più volte sollecitata, che ha visto l’imbarazzante contrapposizione, nello stesso procedimento penale, dell’amministrazione comunale in qualità di parte offesa e dei suoi assessori (praticamente un terzo della sua giunta) come difensori dei principali imputati mafiosi! O il fallimento e la rinuncia all’Osservatorio della legalità quale strumento fondamentale per lavorare ad un serio cambiamento culturale del paese.

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Labdem e giovani renziani: opportunità o problema? (di Giuseppe Florio).

Ma LabDem e “Mesagne cambia verso”, per il Partito Democratico di Mesagne, rappresentano un’opportunità o un problema? Certamente costituiscono un’anomalia. Le due correnti si muovono – agiscono, intervengono, progettano – in autonomia rispetto al partito di via Roma, proprio come se fossero due sottopartiti indipendenti.

L’area che fa riferimento all’europarlamentare e presidente del gruppo PSE a Bruxelles Gianni Pittella è presidiata dal componente la segreteria regionale PD Mino Carriero e dalla componente del direttivo provinciale Anna Maria Scalera. I due sono movimentisti, non c’è che dire. Negli ultimi mesi hanno spinto tanto sul tema del rinnovamento (dei temi, del linguaggio, del personale politico), quanto su quello, più intrigante, delle alleanze.

Se il PD stringerà un patto di governo con i centristi di ProgettiAmo Mesagne – da ricordare: i più affilati oppositori dell’amministrazione Scoditti – sarà tutto merito (responsabilità?) loro. Intanto vivono forti resistenze nel locale PD, tendenzialmente irritato da tanta avanguardia.

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La specificità "Mesagne". Vince Emiliano-Matarrelli (di Giuseppe Florio).

A spoglio consumato – manca poco all'una – il bilancio da fare è psicanalitico, prima che politico. La giornata è stata lunga e faticosa per tutti i presenti, oltre 2mila e 100 elettori – il dato di gran lunga più alto nel brindisino - hanno votato per le primarie del centrosinistra. E' euforico Toni Matarrelli nei fitti confabulari con il suo entourage, Gino Vizzino si muove pimpante da una parte all'altra dell'auditorium insieme ai suoi, dispensa battute al fulmicotone Maurizio Piro.

Il presidente del seggio Mario Ignone è austero fino all'ultimo, come impone il ruolo, Ninni Mingolla una maschera di cera, i LabDem Mino Carriero e Annamaria Scalera si affannano ad argomentare che «il risultato è condiviso», perfino i ragazzi di “Mesagne cambia verso” sembrano non trovare una scusa per accennare ad un sorriso.

Il segretario politico democratico Francesco Rogoli, cupo, accenna a scherzare ma solo per dichiarare che non rilascerà dichiarazioni «nemmeno sotto tortura», Mariella Vinci non è proprio di scena, Maria de Guido, costretta dal caso ad ammonticchiare le schede dell'odiatissimo Michele Emiliano, è stravolta. 

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La politica è cambiata ed i cittadini da protagonisti ora sono solo spettatori delusi (di Giuseppe Florio).

A distanza di quasi 10 anni si parla ancora di lui come dell'«assessorissimo». All'epoca accese i mille fuochi dello spettacolo per tutta la città, in estate come in inverno, ed infiammò un territorio intero: Mesagne era tornata, se non «caput mundi», almeno il centro della provincia.

Oggi Maurizio Piro, formidabile protagonista di quella fase, non è cambiato poi molto, se non per il colore dei capelli che, da rosso che era, ha assunto i timbri di un mogano sospetto: ma ha sempre la «verve» di un giovanotto e l'entusiasmo di chi ci mette il cuore, anche quando parla di politica nell'epoca di una politica stucchevole.

In quali condizioni è la città a differenza dell'epoca Sconosciuto?

«E' cambiato il rapporto con la città, e quindi il ruolo dei cittadini: da protagonisti assoluti, orgogliosi partecipanti alla vita sociale della città, a delusi spettatori di un mesto atto che si chiude tra fischi generali. Qualcuno oggi quei fischi pensa, per comodità, di distribuirli a tutti ma, a mio modo di vedere, non è assolutamente così».

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