Raffaele Depunzio: col PD si può parlare, aspettiamo rinnovamento e adesione al nostro programma (di Giuseppe Florio).

A differenza del padre Damiano, che aveva una personalità amabile, Raffaele Depunzio ha un carattere spigoloso e qualche volta ispido. Ma proprio dal padre, socialista intransigente, sembra aver ereditato la caparbietà, la passione civile e la capacità di approfondire anche le tematiche complesse. In forza di ciò, proprio dal giovane Depunzio sono infatti derivate le vertenze più ostiche per l’amministrazione Scoditti. Oggi Depunzio è dirigente di ProgettiAmo Mesagne.

A che punto è ProgettiAmo Mesagne sul piano delle alleanze? Il dialogo col PD si è infittito, porterà ad un risultato?

«C’è stato uno scambio di opinioni, non possiamo parlare di trattativa, abbiamo indicato le nostre priorità, su cui chiediamo convergenza, al di là di una eventuale alleanza. La città ha bisogno di risposte, pretende ci sia una inversione di rotta, e vuole ristabilire un rapporto di fiducia con i futuri amministratori. I commenti spesso calunniosi sui social network, sono espressione della distanza fra il “palazzo” e la comunità. È necessario arginare tale deriva con gli strumenti per i quali ci siamo battuti: adesione alla “Carta di Pisa”, adozione della “Carta dei Servizi della P.A.”, rimodulazione della macchina amministrativa. Su altri temi si può trovare un percorso comune».

 

Come valuti la candidatura di Molfetta e la relativa «grosse koalition» che sembra prefigurarsi?

«Lui è in consiglio comunale da quattro lustri: è stato a lungo al governo, ha sostenuto ogni azione politica del sindaco, anche il gravissimo papocchio sull’appalto dei rifiuti. L’intera giunta, quella del rimpasto, ha una chiara matrice riconducibile all’asse Matarrelli-A Sinistra. Presentarsi come il condottiero che vuol “far risalire in Serie A Mesagne”, dopo che siamo scesi di categoria per i suoi autogoal, sembra una forzatura piuttosto infelice. Ancor meno mi convince questo mero cartello elettorale il cui unico programma è vincere a tutti i costi, e che è destinato a durare poco, poiché creato per le necessità di ricollocazione politica dell’On. Matarrelli nell’area del PD. Se dovesse centrare l’obiettivo, prevedo un rimpasto dopo pochi mesi di governo».

 

Se si farà l’intesa col PD, consumerete le primarie presentando un vostro candidato?

«Prima del metodo a noi interessano le garanzie politiche: ho elencato una serie di punti inderogabili sui quali si può imbastire un’alleanza, e ci aspettiamo un vigoroso rinnovamento. Occorre comprendere da chi e come sarà rappresentato il PD. Le premesse sono buone, la segreteria Rogoli sta lavorando in maniera egregia».

 

Qual è lo stato di salute del centrodestra?

«ProgettiAmo Mesagne non ha una collocazione ideologica, gli aderenti hanno estrazioni politiche diverse e i nostri direttivi sono dei forum: abbiamo la possibilità di esprimerci in libertà sentendoci valorizzati. Questo sistema, che esalta l’importanza della base, dovrebbe essere adottato anche da quei partiti tradizionali che hanno ancora oggi la segreteria cittadina commissariata da un esterno. Non è un buon segnale, e lascia intendere di un partito che non è in grado di esprimere una propria classe dirigente».

 

Come prevedi che finiranno le prossime elezioni amministrative?

«Vincerà chi saprà riempire le coalizioni di contenuti. Sento dire, invece, che qualcuno avrebbe già pronte 4/5 formazioni, molte delle quali ben lontane dal quorum; in questi casi il valore aggiunto è la statistica: più candidati, più voti. Ciò contribuisce a ridurre la politica da mezzo di risposta ai bisogni, a calcolo. Dobbiamo chiedere alla gente di esercitare il diritto al voto piuttosto che coartarla all’interno delle liste con candidature in cambio di promesse che non si potranno mantenere».

 

Giuseppe Florio

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