Labdem e giovani renziani: opportunità o problema? (di Giuseppe Florio).

Ma LabDem e “Mesagne cambia verso”, per il Partito Democratico di Mesagne, rappresentano un’opportunità o un problema? Certamente costituiscono un’anomalia. Le due correnti si muovono – agiscono, intervengono, progettano – in autonomia rispetto al partito di via Roma, proprio come se fossero due sottopartiti indipendenti.

L’area che fa riferimento all’europarlamentare e presidente del gruppo PSE a Bruxelles Gianni Pittella è presidiata dal componente la segreteria regionale PD Mino Carriero e dalla componente del direttivo provinciale Anna Maria Scalera. I due sono movimentisti, non c’è che dire. Negli ultimi mesi hanno spinto tanto sul tema del rinnovamento (dei temi, del linguaggio, del personale politico), quanto su quello, più intrigante, delle alleanze.

Se il PD stringerà un patto di governo con i centristi di ProgettiAmo Mesagne – da ricordare: i più affilati oppositori dell’amministrazione Scoditti – sarà tutto merito (responsabilità?) loro. Intanto vivono forti resistenze nel locale PD, tendenzialmente irritato da tanta avanguardia.

All’indomani delle primarie gli associati di LabDem hanno finanche prefigurato l’eventualità di presentare una lista a sostegno del PD, ma «altra» rispetto al PD: «L’associazione ritiene che a Mesagne sia finita da tempo l’era dei grandi leader, ma che vi sia bisogno di una squadra coraggiosa con un capitano libero da condizionamenti, con le idee chiare e sintonizzato con i problemi reali dei cittadini. LabDem valuterà in seguito la possibilità di essere presente nella competizione elettorale con una lista civica, se questo potrà servire a rispondere alla forte domanda di cambiamento presente a Mesagne e se il PD lo riterrà utile».

I ragazzi di “Mesagne cambia verso” – una dozzina di giovani motivati, talvolta renzianamente sfrontati – non si comportano meno singolarmente, e così provano a dettare l’agenda politica e programmatica: «Siamo stufi di una politica ancorata a vecchi schemi, di andare oltre, provando a riempire di contenuti, idee e partecipazione il percorso verso le amministrative.

Ci mettiamo la faccia e diciamo da subito che non affiancheremo, sosterremo, appoggeremo un candidato sindaco che non sottoscriva quello che sarà la nostra bozza di programma. E vi chiediamo una mano: date un’occhiata alla prima bozza di programma che abbiamo pensando, un veloce decalogo da sottoporre a coloro che saranno candidati (e soprattutto al candidato sindaco), e diteci cosa cambiereste, cosa secondo voi manca, cosa può essere spiegato meglio».

Da qui un elenco di idee anche condivisibili e originali: facce nuove a Palazzo dei Celestini, non si scelgano assessori che abbiano già svolto il ruolo per due mandati; la giunta si tenga in streaming video; si riorganizzi la burocrazia comunale attraverso la carta dei servizi; si rafforzino la trasparenza e la legalità della pubblica amministrazione adottando un codice etico; si agevolino gli esercizi commerciali che eliminano le slot machine; si garantisca la navigazione internet wifi gratuita e si affidino locali comunali ai più giovani che intendono promuovere associazioni o imprese.

Resta tuttavia in piedi un inghippo, che è quello di integrare virtuosamente queste aree con l’iniziativa politica – istituzionale e qualche volta farraginosa – del Partito Democratico. Anche lì si giocherà la scommessa del necessario rinnovamento.

Giuseppe Florio

 

Per offrirti il miglior servizio possibile questo sito utilizza cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego in conformità della nostra Cookie Policy.