I consigli comunali ... meglio abolirli!

Ho seguito la serrata dialettica tra maggioranza ed opposizione per lo “scambio di opinioni” tra i Consiglieri Comunali Fernando Orsini ed Omar Ture

e condiviso la scelta fatta dalla Redazione cioè pubblicare i due comunicati stampa ufficiali e lasciar perdere tutto quello che è stato detto da sostenitori ed avversari politici.

Non ho avuto assolutamente alcun problema, nei luoghi dove mi è stato possibile esternarlo, che ero, sono e sarò anche per il futuro “abolizionista” per quanto riguarda il Consiglio Comunale.

I Consigli comunali, al momento, rappresentano solo una larvata concezione della democrazia ed, in realtà, sono organismi vecchi, atavici, una struttura produttiva solo di ritardi nell’esplicazione delle attività amministrative, palestra di eloqui da parte di politici che, in molte circostanze, poco hanno da spartire con i contributi che possono essere dati ad una amministrazione, ad una città.

La Giunta comunale, qualche anno fa, era ancor più condizionata dai consigli comunali e, la situazione non è cambiata neanche dopo la riforma che permette la nomina della Giunta comunale da parte del Sindaco. Anche oggi, al di là della forma, difficilmente si possono prendere decisioni celeri o avviare ristrutturazioni operative in Amministrazione.

Quando si tratta di decidere, ufficialmente non succede nulla ma qualcosa rallenta l’attività decisionale e rispetto a decisioni importanti (personale, urbanistica ecc…) quando ci sono tentativi di cambiamento, le maggioranze amministrative cominciano a traballare, ed il consiglio comunale diventa quasi un gruppo di pressione. Poi a seguire le ventilate ipotesi di riforma gestionale diventano il solito miraggio ed il più delle volte: “bisogna fare la rivoluzione … per far rimanere tutte le cose così come erano!”

Ed allora, quale importanza può avere, dal punto di vista democratico un organismo del genere? Oltre al valore storico, il Consiglio Comunale non offre neppur apporto positivo, e tutte le attività poste in essere possono essere tranquillamente traslate alla Giunta comunale.

Non è il caso di tornare ai decurioni ma puntare ad elezione di Sindaco e Giunta e magari di un governo ombra di pari numero che svolgesse il ruolo di controllo sarebbe il meglio con grosso risparmio economico (leggi gettoni di presenza) e con la possibilità di avere come controllo il semplice cittadino con una gestione in chiaro (F.o.i.a. ossia Freedom of Information Acts) di tutta l’attività amministrativa. Magari una consultazione biennale di verifica, per continuare o per andare a nuove elezioni, sarebbe il massimo!

Perderemmo, nel futuro, l’aneddotica che a Mesagne è ricca di episodi come lo scambio di battute di Bruno Volpe e Santino Greco o variopinte dichiarazioni. Per una di queste fu destinatario il consigliere Roberto Distante (negli anni 70) che si riporta testualmente: “ cosa sono queste insimulazioni di cretinaggini che non sei altro!” e l’altra di un assessore che ottenuta la carica, appunto di Assessore sotto ricatto (leggasi: alternativa era la caduta dell’Amministrazione che contava 16 consiglieri su 30) che nel suo primo intervento nel leggere quel poco che gli avevano scritto a macchina cominciò il suo dire con qualcosa che non era riportato, ossia: “Signor Sindaco e … signora Giunta”. Emanuele Castrignanò presente come consigliere in quella Assise comunale potrebbe fissare, con uno dei suoi componimenti, quella seduta che oramai è “storia locale”.

Gli interventi in Consiglio comunale, il più delle volte servono per compensare “l’importanza personale”, quella riqualificazione e considerazione “soggettiva”, al di là dei veri problemi della città con schieramenti politici, nella maggior parte dei casi, che sono poco inclini alla condivisioni.

E se domani ci saranno altri eloqui ... pazienza. In molti, al momento, non seguono più il Consiglio Comunale neanche per radio e la stampa cartacea raramente concede spazio alle riunioni comunali.

Riteniamo, senza mezze misure, che bisognerà lavorare per abolire i Consigli comunali, anche se l’obiettivo sarà difficile ottenerlo perché si tratta di una istituzione, solida nel tempo considerata e difesa come “palestra di democrazia”, quando è vero esattamente il contrario e nella migliore delle ipotesi in realtà si dimostra essere utile stampella per qualche politico di professione!

Il Viandante Azzurro

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