E-commerce: un mercato con un trend di crescita in costante aumento. (Luca Giordano)

L'e-commerce permette, a chiunque abbia un pc, uno smartphone, o un tablet con connessione ad internet, di cercare,

acquistare e ricevere direttamente a casa propria il bene acquisito, +senza dover perdere tempo in estenuanti ricerche, nei negozi o nei centri commerciali, costantemente gremiti di gente, avendo la possibilità di confrontare facilmente e velocemente, prezzi, e prodotti. I vantaggi sono evidenti: risparmio di tempo, di denaro, di stress e, perché no, anche un conseguente impulso nuovo alla crescita economica e all'occupazione, poiché moltissime società, anche e sopratutto estere, vengono in Italia per investire, assumendo personale, aumentando le commesse a favore delle società spedizioniere italiane, acquistando capannoni industriali per il deposito e lo smistamento delle merci. Questo è quello che il consumatore medio, italiano e, azzarderei a dire globale, pensa delle società che operano nel settore.

La domanda che, personalmente mi è sorta spontanea, poiché sono, per natura, una persona curiosa, è stata: “cosa c'è dietro al <<www>>? Chi c'è dietro al computer che riceve il mio ordine ad impacchettare e spedire la mia merce?”.

La società, ormai da anni punto di riferimento nel settore è Amazon. E' una società fondata con il nome di “Cadabra.com” a Seatle, da Jeff Bezos nel 1994 e lanciata nel 1995, con un fatturato di cinquanta milioni di dollari l'anno. Amazon.com iniziò la sua attività, come una semplice libreria online e, succesivamente allargò la propria gamma di prodotti a DVD, CD musicali, videogiochi, software, abbigliamento, giocattoli e recentemente anche prodotti alimentari.

In Italia, il magazino di Amazon è a Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza e la società si chiama “Amazon Italia Logistica”. Per capire il giro d'affari della società nel Bel Paese, basta sapere, che il solo magazzino, di Amazon.it, è grande otto volte un campo da calcio, con scaffali, che se messi in fila superano i quarantadue chilometri!

La società che in Italia gestisce, invece, prezzi, fornitori, articoli, presenti su Amazon.it è una seconda società, denominata “Amazon Corporate”, entrambe queste società sono di proprietà della Lussemburghes “Amazon EU Sarl”, il che vuol dire che nel momento in cui un utente italiano, va a ordinare qualsiasi articolo sul sito web “www.amazon.it”, sta acquistando, indirettamente da una società lussemburghese e, che quindi si sta acquistando un articolo in Italia, pagando le tasse in Lussemburgo, che come ben noto, ha un regime fiscale più favorevole rispetto a quello italiano. Esaminando attentamente “l'accordo per l'utilizzo della partita iva” al primo punto prevede :”Amazon.it e altri segni distintivi indicati sul nostro sito sono marchi registrati o marchi depositati di Amazon EU Sarl. Amazon EU Sarl è il proprietario dei beni inviati da e venduti su Amazon.it; [...]. Amazon EU Sarl è una società con sede in Lussemburgo, non residente, ma registrata ai fini IVA in Italia”. Questo è possibile poiché in Italia, non esiste alcuna normativa che disciplina queste società, e “Amazon EU Sarl” dichiara di ricevere dall'Italia soltanto dei servizi, ovvero la gestione logistica e amministrativa. Questo aspetto non è marginale perché non fa altro che portare una grossa disparità tra le società che operano al 100% sul territorio nazionale rispetto ad Amazon, che, stando alle tassazioni lussemburghesi, ha un regime fiscale pari al 4% circa, a differenza nel pesante carico fiscale pari al 65,8% circa, che grava sui bilanci aziendali delle piccole e medie imprese che operano nel settore librario, musicale, elettronico, videoludico e dell'abbigliamento, tagliandole così fuori da un mercato globale e locale.

A titolo esemplificativo è utile fare un piccolo esempio, che può aiutare a capire quale sia il divario tassazionale tra Amazon e un concorrente italiano: nel momento in cui si acquista un e-book, per l'Unione Europea, non si sta acquistando un libro, tassato in Italia al 4%, ma diviene un servizio, l'aliquota dell'iva raggiunge quindi al 22%. Per Amazon invece, le tassazioni sono assai più basse, in Lussemburgo, infatti, la tassazione sui servizi è peri quindi al 3%. Ciò significa che vendendo l'e-book allo stesso prezzo finale, iva inclusa, Amazon, a differenza di un'azienda italiana, deve togliere soltanto il 3% dai profitti totali e ciò ovviamente, da un vantaggio notevole a livello di competitività.

Oltre la problematica sulla tassazione e sulla competizione sleale dell'operatore Amazon, sarebbe il caso di approfondire, le condizioni di lavoro inaccettabili a cui i dipendenti devono sottostare. A Tal proposito Jean-Baptiste Malet, giornalista e autore del libro “En Amazonie”, che infiltrandosi come un normale lavoratore, narra nel suo libro le condizioni di lavoro dei magazzini di smistamento e stoccaggio di Amazon. Si parla per esempio di come Amazon, durante il periodo prenatalizio, assuma dei lavoratori interinali, affidando loro alloggi, magari nel cuore della Germania, senza riscaldamento, in condizioni da lui definite da XIX secolo, in piccoli letti in spazi ristretti.

Una delle tesi sostenute dagli utenti medi dei siti e-commerce, è che essi producano nuovi posti di lavoro e quindi, che aiutino lo sviluppo globale e sostenibile del mondo; recentemente il sindacato delle librerie francesi, ha condotto uno studio a riguardo, che dimostra, invece, che per vendere lo stesso volume di libri, presso Amazon, occorra diciotto volte meno forza lavoro, rispetto al lavoro tradizionale. E' dimostrato quindi, che Amazon in Europa non produca lavoro, ma, al contrario, non fa altro che distruggere le piccole realtà locali e nazionali. Ogni lavoratore di Amazon è costantemente sotto ricatto, poiché i contratti di lavoro sono rinnovati ogni settimana, un lavoratore quindi, saprà solo a fine settimana se il lunedì successivo sarà nuovamente in azienda per lavorare, poiché nel caso in cui le curve di produttività personale, disegnate dai manager della società ,non dovessero essere in ascesa, Amazon non rinnova il contratto di lavoro.

Per poter portare avanti questa politica sul lavoro, nel momento in cui sceglie di aprire una nuova sede operativa, o un nuovo magazzino, sceglie meticolosamente, una zona ben collegata alla autostrade, con un vicino aeroporto e un'adeguata linea ferroviaria per la logistica, ma sopratutto sceglie una zona con un alto livello di disoccupazione così da poter portare avanti questa politica di ricatto ne confronti dei lavoratori.

Possiamo quindi dire, facendo questa piccola analisi sul fenomeno e-commerce e in particolare di questa azienda leder, che Amazon aggira le frontiere, appiattisce le diversità culturali, aggira le differenze tra gli esseri umani e punta ad uniformare il tipo di lavoro su tutti e su tutto. L'unica cosa che interessa ad Amazon è il profitto con una assoluta mancanza di valori etici ai quali fare riferimento.

E' fondamentale quindi chiedersi che tipo di consumatori vogliamo essere: consumatori superficiali, egocentrici, attenti solo ai propri interessi, omologati acriticamente, capaci di alimentare la gigantesca macchina di Amazon che sta uccidendo il mercato, oppure essere consumatori attenti al lavoro, alla tutela dei lavoratori e della loro dignità, incoraggiando le realtà che favoriscono una crescita sostenibile rispettosa della dignità del singolo e collettiva?

Per tutte queste motivazioni un futuro in questo settore deve essere programmato per quanto riguardala logistica a livello europeo, omologando le varie tassazioni degli Stati, piccoli o grandi che siano, ma sopratutto educando il consumatore ad una visione diversa per la scelta di un prodotto. In questo modo, si potrà avere un livello di competitività migliore rispetto al passato e nello stesso tempo favorire uno sviluppo commerciale per prodotti di grossa distribuzione che potrà essere gestito da ditte individuale, addirittura famigliari, dalle case di semplici cittadini.

Luca Giordano

9 aprile 2014

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