Ragazze, Ragazzi che danno la sveglia: prima le persone! (Homo Videns)

Troppo presto è calato il silenzio su un fatto di cronaca avvenuto in quel di Foligno. Il 9 febbraio scorso,

un cosiddetto “maestro” ha messo in punizione un bambino la cui sola colpa è di essere nato da una coppia nigeriana: per questo motivo, lui ha la pelle nera. Per motivi invece incomprensibili, il maestro (cosiddetto) ha ordinato al bambino di andare alla finestra e guardare là fuori.

Un “esperimento sociale”- si è giustificato; ma, anche con le migliori intenzioni, può un educatore, o una qualsiasi persona, dimenticare che i soggetti di qualsiasi esperimento devono essere consapevoli e consenzienti? Altrimenti, si diventa come il nazista Mengele, che faceva esperimenti sui bambini ebrei.

Le cronache raccontano che i compagni del bambino, tutti con la pelle bianca, si sono alzati e sono andati vicino a lui, si sono messi lì alla finestra e hanno detto al maestro: «noi siamo uguali, noi siamo come lui, perciò anche noi ora stiamo qui, fermi, a vedere il mondo là fuori».

I bambini “insorti” hanno evidenziato, al di là dell’innato senso di umanità, una questione essenziale, basilare: come si governa un gruppo umano, un qualsiasi ambiente umano, come ad esempio una scolaresca.

A Milano, sabato scorso 2 marzo, 250.000 persone hanno sfilato contro il razzismo, contro la prevaricazione, per la libertà. Chiedevano di governare una nazione secondo i principi inviolabili del rispetto della persona umana. Per troppo tempo, ormai, è stato messo l’accento sugli aspetti individualistici dell’uomo invece che su quelli socievoli. Si è dimenticato che ciò che può diversificare l’uomo dagli altri animali è la socievolezza, non l’individualismo. Anzi, è l’individualismo senza socievolezza che avvicina l’uomo agli animali. Vogliamo un mondo di barbarie?

Nella Svezia, la 15enne Greta Thunberg ogni venerdì sta scioperando, saltando la scuola, per sottolineare il problema della salvezza dell’ambiente. Greta sta affrontando un problema più ampio di quello nazionale: il governo del clima, una questione che và al di là dei confini di una nazione. Le si sono affiancate migliaia di altri ragazzi, giovani e meno giovani.

È andata in scena, in questi giorni, un’altra Italia, non quella giornalmente propinata dai giornali e dalle TV, ma un’Italia vera. È andata in scena un’altra Europa, che vuole affrontare i problemi a livello globale, perché solo a livello globale si possono risolvere, non all’interno delle proprie frontiere.

Da questi esempi, emerge la stessa questione: il governo delle organizzazioni umane, della convivenza civile, delle nazioni è una questione che è troppo importante per lasciarla nelle mani di pochi tribuni che si auto-proclamano “popolo” oppure “portavoce del popolo”.

Il popolo vuole il buon governo: che si governi bene il lavoro, la salute, il benessere; alcuni, però, politici di professione, confondono il buongoverno con la “buona dittatura”. E approfittano della buona fede per difendere le loro poltrone. Anche della buona fede della stampa.

Ma un’altra fetta della stampa, sia cartacea che televisiva, è al servizio della propaganda continua di quelli che comandano…, che manipolano le coscienze. Un’insopportabile, strisciante, subdola, dittatura sta pervadendo le nostra società.

Un tweet di questo o di quell’altro, viene amplificato fino a sommergere i poveri bambini di Foligno, la 15enne Greta, i 250.000 di Milano. Fino a quando?

(Homo Videns)

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