Renzi & Picierno (di Homo Videns).

Sabato scorso era la festa di Ognissanti e, come sapete, gli uffici pubblici erano chiusi. Così, se volevi andare alle Poste per fare una raccomandata, dovevi aspettare il lunedì. Chiusa anche la Questura, la Prefettura; chiuse anche le Scuole… e ti sei dovuto tenere i ragazzi a casa.

Meno male che quest’anno la festa è caduta di sabato, se  no toccava far festa anche ai dipendenti comunali. Però, chi avesse avuto bisogno di un’officina, le ha trovate chiuse anche quelle. Ma vi pare possibile? In una Nazione civile come l’Italia?

Ora, non si capisce perché, quando c’è una festa,  chi lavora ha diritto ad una giornata pagata e chi non lavora non ne ha alcun diritto. Ma vi pare giusto? Eh, no! Piove sempre sul bagnato! Il disoccupato è già disoccupato, e non gli tocca niente. Quello che lavora, non solo prende uno stipendio, ma si busca anche una giornata in regalo!

 

E il padrone? Mi correggo: oggi non ci sono più padroni e dipendenti, quindi mi correggo, e riprendo il ragionamento.

E i “diversamente dipendenti”? A loro gli tocca sborsare tutti questi soldi ai fannulloni dei loro dipendenti. Ah! Mannaggia! Mi correggo. A loro tocca sborsare questi soldi ai “diversamente padroni”.

È un’ingiustizia. Una vera stortura. Se siamo tutti una sola nazione, e non c’è più differenza fra padroni e dipendenti, questi dipendenti dovrebbero mettersi la mano sulla coscienza e… sborsare qualcosa in favore dei loro padroni. Scusate, mi sono confuso: se non c’è più differenza, ognuno si metta la mano sulla coscienza, e sborsi qualcosa in favore dell’altro. E me li immagino: gli operai che mettono mano al portafoglio e si rivolgono al loro “ex-padrone”, ora “diversamente operaio”, e gli fanno:

-ehi Cordero! Quanto ti serve?

E Cordero:

-mannò, Antò, dai, lascia stare…

Le casalinghe, poi!!!  Anch’esse fanno parte della Nazione, anzi, sono la maggior parte del futuro, ormai prossimo, Partito della Nazione.

Mi immagino Carmelina che chiama l’idraulico per farsi aggiustare il lavandino; e quello, alla fine del lavoro, mette mano al portafogli e gli molla 20 euro: «signora… siamo tutti della nazione…». E la signora, di rimbalzo, prende due uova, una minestra di cicorie, una pagnotta appena sfornata dal microonde e glieli mette in saccoccia: «…e via! facciamo parte della stessa nazione!».

Ecco, sono scene che conosciamo bene, le vediamo ogni giorno: una società idilliaca, tutta rose e fiori, senza classi e conflitti di classe; senza poveri  e senza ricchi; senza operai e senza padroni. Questa società sarebbe ancora più rosea se non ci fossero i sindacati, anzi diciamo nome e cognome: senza la CGIL. Perché sono loro che creano il conflitto. È soprattutto la CGIL che crea le disuguaglianze, è la Camusso che crea la disoccupazione, con tutti questi scioperi…                                                      

Ma è proprio fasulla la Camusso! ha le tasche piene di tessere false; ha installato una tipografia dentro casa sua; e la notte, zitta zitta, stampa tessere false, pensate, oltre 5 milioni. Pensate, si è presa anche una stampante 3D (quelle che stampano cose reali, in tre dimensioni); e ha stampato un milione di dimostranti; e, guarda guarda, li ha portati a piazza San Giovanni! Incredibile!

Ha fatto bene la Picierno a dirglielo in faccia: i falsari bisogna svergognarli!

Però, una cosa la Picierno non ce l’ha detta; e questo è grave: che è falsa pure la Camusso; anzi, è tutta falsa, non è vera, lei è una maschera. La verità è che sotto la maschera, la Camusso nasconde Landini; e Landini è quello che fa intervenire i poliziotti a far manganellare i lavoratori delle acciaierie (se ne stessero a casa loro!).

Questi due qui hanno un progetto: vogliono rompere la perfezione della nostra Nazione; vogliono rompere l’incantesimo del mulino bianco; sono un mostro, un vero mostro.

Grazie, Picierno, ma la prossima volta diccela tutta, non nasconderci nulla; non attendere che sia Renzi a dirci la verità!

Homo Videns

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