Trump lo decise, Biden l’ha realizzato. (di Homo Videns)

E insieme hanno fatto un disastro, il più grande disastro degli ultimi 75 anni, quelli successivi alla seconda guerra mondiale. Peggio di Saigon.

E così, gli Americani non si smentiscono. In Siria hanno abbandonato i Curdi, come in Afganistan hanno abbandonato al loro destino le migliaia di persone che avevano creduto nell’America e nei loro alleati Inglesi, Tedeschi, Francesi, Italiani.

Shameful”: vergognosa; così i giornali inglesi hanno definito la disastrosa ritirata degli americani dall’Afghanistan. Sul piano umano l’aggettivo è eloquente; parlano da sole le immagini che ci arrivano dall’aeroporto di Kabul. Se poi pensiamo a quello che non vediamo, ma che circola su qualche sito (esecuzioni sommarie, decapitazioni), allora è molto di più. 

E anche sul piano politico e militare non c’è definizione più appropriata. Politicamente, sia Trump che Biden ci avevano illuso che “la missione era stata compiuta”, che ce ne potevamo andare tranquillamente, che 20 anni di occupazione erano bastati per trasformare un paese tribale-feudale in un paese democratico. E sul piano militare, i generali americani ci avevano illuso di aver ridotto i talebani in condizioni tali da non poter vincere facilmente sull’esercito statale afghano (del quale sapevano tutti i difetti). E ancora: non era prevedibile che, nella confusione, sarebbero ricominciati gli attacchi suicidi? Di chi sono le colpe di non aver saputo organizzare la ritirata strategica dall’Afghanistan, lo vedremo tra qualche tempo, quando l’operazione sarà conclusa, e cadranno molte teste di generali. Avevano tutti detto il falso: vergogna!

Da ora in poi, però, questa disfatta peserà sulla coscienza di tutti quelli che hanno a cuore i valori democratici e laici, che sono l’essenza della civiltà occidentale. Ma peserà anche sullo scenario e nei prossimi equilibri internazionali. Vediamo.

Fra tre anni ci saranno le nuove elezioni presidenziali in USA. Se vincerà di nuovo Trump, il prossimo passo sarà il ritiro degli americani dall’Europa. Quando? Non sembra azzardato ipotizzare il 2025, a 80 anni dalla fine della seconda Guerra Mondiale. Lo sappiano l’Italia, la Germania, la Francia: il 2025 può essere la data entro la quale l’Europa dovrà fare da sé su tutto, non solo sull’economia, ma anche snello scacchiere geo-politico e militare internazionale. L’Europa dovrà darsi una nuova organizzazione. O non conterà più niente.

Ma anche se Trump non dovesse vincere, è certo che la sua campagna elettorale sarà incentrata sul tema “America First”, che vuol dire “l’America si fà gli affari suoi”. In soldoni, significa: “In patria, come all’estero, noi americani siamo nati per fare solo e soltanto i nostri interessi”. Forse noi Europei non ci rendiamo conto pienamente di quanto l’ideologia del “Far West” sia intimamente legata al sentimento identitario degli statunitensi. I quaccheri partirono nel ‘600 dall’Inghilterra per fondare una colonia con le proprie leggi, con la propria religione individualistica, da predestinati. Passarono senza timore sui cadaveri dei nativi indiani. La religione dominante in USA è sempre stata quella protestante, per la quale il rapporto con Dio è diretto: “è l’individuo che nella sua natura e dalla sua natura ricava un senso di religiosità insondabile da qualsiasi chiesa”. Su tutto, sulla famiglia, sulla squadra, sulla società, prevale l’io, l’individuo: “Perché Dio ci ha fatti così”. Alla fine dell’Ottocento nacque il darwinismo sociale: “chi non è in grado di stare al passo, non è degno di vivere”. La morale del “Far West” può essere ben sintetizzata nella frase immortalata nei film western: “Quando un uomo con la pistola incontra un uomo con il fucile, l’uomo con la pistola è un uomo morto”. È l’ideologia della forza, l’unica cosa che conta è la forza. Ancora una volta, un’ideologia moltiplicata dai film americani degli anni ’50, e poi dai film recenti dove è diventato un mantra la frase “Che la forza sia con te!”.

John Kennedy, in contro-tendenza, fu il presidente cattolico che indicò agli americani la “nuova frontiera”, lo “spirito di iniziativa dei padri pellegrini e dei pionieri” non più solo in patria, ma anche nel mondo. Indicò pure i mezzi: la democrazia, la scienza, e la forza militare. Kennedy era confortato dalla realtà storica: la democrazia era stata esportata, con la seconda guerra mondiale, in Italia e Germania; e perfino nel Giappone medievale. Con quale strumento? I piani Marhall: democrazia e benessere [scusate l’estrema sintesi].

Il Vietnam non fu affrontato con quei tre mezzi, ma solo con la forza militare; e l’America fallì. Anche la Grecia dei colonnelli fu il frutto dello stesso errore; e così pure il Cile di Pinochet. E che dire della Persia perduta ingloriosamente dallo Scià Reza Pahlavi, nel 1979? Oggi quel paese si chiama Iran, è un paese teocratico, dove la legge suprema è la religione islamica, ed è una potenza quasi nucleare. L’unico paese che ha usufruito dei tre mezzi Kennedyani sembra essere soltanto Israele (pur con tutti i suoi aspetti teocratici).

Tuttavia, è fuori discussione che gli USA abbiano vinto la Guerra Fredda; ma negli stessi anni stava avanzando la tradizione islamica nel Medio Oriente, in Asia, in Africa. E lì non hanno saputo prevedere un bel niente. Gli USA e noi con loro, abbiamo inanellato una serie di sconfitte ideologiche, che hanno messo alle corde il laicismo in buona parte del mondo. Perfino nella stessa Europa, vedi Polonia e l’Ungheria. Si è fatta strada l’idea che all’integralismo islamico bisogna opporre l’integralismo cristiano (sia esso cattolico o protestante). In America essa si è consolidata con l’idea della crociata; ricordate i repubblicani Reagan, Bush padre e figlio? Ricordate il loro ideologo Donald Rumsfield, l’ideatore della dottrina del “Nuovo secolo americano”?

Biden il cattolico non sembra all’altezza dello spirito Kennedyano; la dottrina Biden sembra un adeguamento alla dottrina Rumsfield. L’America di oggi non è quella del 1960, e anche i cattolici americani sembrano colonizzati dall’ideologia protestante dei suprematisti.

Tanta è la pervasività di questa ideologia che il mantra della forza è penetrato anche nei suprematisti, complottisti, novax, terrapiattisti, anarcoidi di ogni tipo in tutti i paesi europei, specie quelli in cui predomina il protestantesimo. È forse un caso che gli eccidi più terrificanti compiuti da suprematisti bianchi si siano realizzati in paesi a predominanza protestante, come gli USA, la Norvegia e la Nuova Zelanda? Il suprematista Anders Breivik nel 2011 in Norvegia uccise 77 ragazzi, in un meeting di  giovani laburisti. Un altro, in una moschea della Nuova Zelanda nel 2019 uccise più di 50 persone e ne ferì decine di altri, tra i quali anche bambini. Un altro a Monaco di Baviera, il 22 luglio 2016, uccise 9 persone. Il bilancio di due attacchi tra il 19 e il 20 febbraio 2020, che colpirono vicino a Francoforte, fu di 11 morti e diversi feriti.

Anche in Italia, paese notoriamente timorato di Dio, non si contano le persone colpevoli di propaganda neo-nazista e di incitamento alla violenza. Finora non ci sono state stragi, ma… bisogna aspettare che avvengano?

È questo il vero complotto internazionale che sta alla base dei complottisti Europei e Italiani. È questa la radice degli attacchi continui a Papa Bergoglio: una radice protestante, suprematista, neo-darwinista.

È in atto una guerra psicologica internazionale in tutti i campi, compreso il coronavirus, condotta con le armi della disinformazione, delle fake-news, del pensiero magico. E con gli strumenti informatici più sofisticati; basti vedere le due ultime puntate di una trasmissione di inchiesta come Report. Come fà il nostro computer, ogni volta che navighiamo su internet, a venirci incontro con idee che si stavano appena abbozzando nella nostra mente? che anticipano i nostri pensieri? A proporci beni di consumo, notizie e idee? Gli integralisti (talebani) nostrani non hanno da dire nulla su tutto questo? Se lo sanno sono complici; se non lo sanno sono stupidi strumenti in mano a burattinai che operano sulla scena mondiale.

E allora: se c’è un complotto internazionale, è proprio questo. È un complotto di cui siamo vittime tutti quanti. E ancora una volta bisogna agire: “La società aperta deve difendersi dai suoi nemici”. In tutti i modi. La nostra Costituzione lo prevede. Lo Stato deve intervenire. Perché non lo fa?

(Homo Videns)

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