Le toghe rosse (Homo videns)

TogheRiprendiamo le nostre osservazioni dopo un lungo periodo di manutenzione del sito che ci ospita. Molti fatti sono accaduti in questi due mesi; ma, purtroppo, dobbiamo sorvolare su di essi (su qualcuno ritorneremo) e dedicare la nostra attenzione a quello che l’attualità impone. Tuttavia, cercheremo di commentare l’attualità sempre con lo sguardo lungo e disincantato.

 

In un articolo apparso il 10 luglio scorso, sul quotidiano “Libero”, quello diretto da Belpietro e Feltri, sono descritti i 5 giudici della Corte di Cassazione che costituivano il collegio giudicante dell’affare Mediaset. Non ci soffermiamo sui contenuti di questo “affare”, che rappresentano la sostanza della delinquenza penale commessa da sig. B una quindicina di anni fa. Delinquenza penale, si badi bene, e non tributaria. Cose ormai passate in giudicato definitivamente.

Consideriamo più importante, per capire l’attuale manipolazione delle coscienze, soffermarci sul fatto che il Pdl si stia scagliando contro “Magistratura Democratica” e le cosidette “toghe rosse”. Ecco cosa scriveva il quotidiano berlusconiano il g.10 luglio scorso:

«…Nessuno dei cinque ermellini è noto per simpatie di sinistra. Anzi chi li conosce bene non esita a inquadrarli come giudici di stampo “conservatore”; a cominciare proprio dal presidente Esposito: padre del procuratore aggiunto di Milano, Ferdinando e  fratello dell’ex Procuratore generale della Suprema corte Vitaliano. Ferdinando è noto alla cronaca soprattutto per le «cene eleganti» con Nicole Minetti. Non nella villa di Arcore, ma al ristorante. Una frequentazione che il procuratore capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati, aveva guardato storto, catapultandola sul tavolo del Csm. Non aveva infatti gradito i contatti tra il pm e l’imputata del processo Ruby-bis. 

Nessun trascorso militante nell’area di Magistratura Democratica, o arcipelaghi affini, nemmeno per il relatore Franco, che sarà anche l’estensore delle motivazioni del verdetto. Idem  per gli altri giudici a latere. Il pg Antonio Mura, braccio destro del procuratore generale Gianfranco Ciani, è uomo di punta di Magistratura Indipendente, la corrente di destra delle toghe, della quale è stato anche presidente. Insomma anche il sardo Mura, uomo ricco di fascino ed eleganza, non è certo una toga rossa…»

Capite chi erano questi giudici? Era un Collegio il più lontano possibile da Magistratura Democratica. Era un Collegio che più incline a chiudere un occhio non ci poteva essere. E allora? Se un Collegio “di Destra”, proprio un Collegio il più possibile vicino a Berlusconi, non ha potuto far altro che condannare il signor B., allora vuol dire che il malaffare è talmente evidente che non si poteva fare altro. Ciò basterebbe, a qualsiasi persona di buon senso, per ammettere le proprie colpe, e morire dalla vergogna.

E invece, si insiste a mettere sotto accusa la funzione stessa della Magistratura, poiché i magistrati sarebbero “impiegati che hanno semplicemente fatto un concorso, svolto un compitino… e non sono stati eletti dal popolo”. Si tende, in definitiva, a ridurre a due i classici tre poteri. Se badate bene, nei regimi totalitari è stato ed è così: la Magistratura non è un potere indipendente, ma è soggetta al potere governativo (più che quello legislativo). Nel mondo libero europeo l’esercizio della Giustizia è, invece, un potere indipendente.

Qualcuno ha parlato di “analfabetismo giuridico”. E sorprende come i più fedeli seguaci del signor B. siano avvocati; …è tutto dire. Badate che neanche i più accesi sessantottini [lo ricordo per i più giovani: i sessantottini erano considerati “estremisti eversori”] si spingevano a chiedere l’abolizione della indipendenza della Magistratura. Anzi, essi chiedevano proprio l’indipendenza dei giudici dalla politica e la loro subordinazione solo alla Costituzione. Cosa che possiamo ben dire che si sia realizzata negli ultimi 40 anni. Ricordo ancora che 40-50 anni fa, i processi politici venivano avocati dalla Procura di Roma, dove il Palazzo di Giustizia era denominato “il porto delle nebbie”, dove tutto veniva insabbiato.

Le azioni fumogene messe in atto in questi giorni, e di cui non possiamo prevedere le conseguenze, mirano quindi a che cosa?

1)A far dimenticare la nuda verità, questa: perfino un “Collegio amico” ha dato torto al signor B.

2)A riaffermare che il signor B. non può essere considerato come un qualsiasi cittadino, sottoposto alle leggi come tutti noi comuni mortali. Non gli bastano i tre gradi di giudizio. Se i giudizi sono a lui sfavorevoli, si va avanti all’infinito, pur di non ammettere mai le proprie colpe. Non vi ricorda le liti fra bambini?

3)Da venti anni si gioca la carta del vittimismo. Come? Si tenta di travisare la realtà, di ribaltare la realtà, in modo da far passare il delinquente come vittima. Una telenovela infinita! E gli agenti di questa operazione, fondano il loro destino di parlamentari su questa telenovela.

[se non fosse tragico, ci sarebbe da ridere]

Homo Videns

 

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