Se Renzi governa sul cavallo … (Homo videns)

L’era Renzi si va consolidando, giorno dopo giorno. Nell’immaginario collettivo, questo è Renzi: l’annuncio continuo, il miracolo incombente, l’armata di angeli a cavallo che sconfiggeranno i diavoli cattivi. Il messaggio viene replicato e rilanciato da quasi tutti i mezzi di comunicazione. È in atto una specie di “pensiero unico”, sul quale si sono adagiati tutti i maggiori giornali e le maggiori televisioni. Se non fosse curioso, sarebbe tragico.

 

Ora, chi sono i diavoli cattivi? Questo non si è capito molto; quello che l’homo videns intuisce è che il capo dei diavoli cattivi è Susanna Camusso; sì, questo almeno è chiaro. Poi, a giorni alterni, vi è anche Giorgio Squinzi, il capo degli industriali. Strana accoppiata, nei bersagli di Renzi. Poi ancora, nei diavoli, un giorno troviamo i pensionati, un altro giorno i dipendenti pubblici.

Ma torniamo all’accoppiata Camusso-Squinzi. È immaginabile che l’accoppiata risulti offensiva, sia per Camusso che per Squinzi; è facilmente immaginabile che nessuno dei due si senta di poter vestire i panni dell’altro. Ma i media li accoppiano, come vuole Renzi.

E Renzi, ringalluzzito, continua a dire che se Camusso e Squinzi non sono d’accordo con la pratica applicazione dei suoi provvedimenti economici, se ne farà una ragione: «…oh! Diamine!, l’he finita l’epoha della conscertassione…»; «io parlo direttamente cohi scittadini!...».

Qualcuno avrà spiegato a Renzi che i Sindacati e la Confindustria sono le cosidette “parti sociali”, che rappresentano la maggior parte dei cosidetti «cittadini»?

Ci sentiamo di consigliare a Renzi di andare qualche volta in una sede di Sindacato, e ascolti quello che dice la gente. Ma non ci vada con la fanfara, con la grancassa. Ci vada in incognito, si metta una maschera, per non farsi riconoscere. Imparerà molto; capirà che cosa si aspetta la gente dal sindacato: una proroga della cassa integrazione; un sussidio di disoccupazione; una pratica di esenzione ticket; un diritto alle ferie che gli sono state negate; una maternità da difendere con le unghie, perché il datore di lavoro ti stritola; una pratica di pensione ferma senza sapere il perché; una domanda al Comune, che non cammina per colpa della burocrazia. Vada Renzi, stia mezza giornata a sentire i problemi dei cittadini. E poi se ne faccia una ragione. Capisca che la sua rivoluzione (!!!) la potrà fare solo con questi cittadini.

Ma evidentemente, lui non ci vuol sentire, da quell’orecchio. Lui è salito sul cavallo, come Napoleone; e come il Bonaparte, lui intende rappresentare lo Stato; e lo Stato è al di sopra di tutto e di tutti. Ma con chi sta lo Stato, a favore di chi? Ma quali sono le sue truppe?

Non vi ricorda qualcosa?

Tutto nello Stato, niente al di fuori dello Stato, nulla contro lo Stato.

Se qualcuno non ci crede, vada a Lecce, guardi il palazzo della Questura, tra viale Otranto e viale Marche. Sul quel vecchio palazzo è ancora scritta a chiare lettere cubitali proprio questa massima mussoliniana.

Non a caso, quando fu elaborata la Costituzione repubblicana, furono proprio i partiti, le organizzazioni sociali e i sindacati ad essere posti come pilastri della democrazia.

Ora, da qualche anno, gli abusi di alcuni politicanti hanno messo in luce gli scarsi controlli che il cittadino esercita sul politicante di turno; a volte c’è un doppio legame che unisce il politicante ed il cittadino: io ti do il voto, e tu continua a farmi fare quello che voglio! Anche la burocrazia trae i suoi benefici dal doppio legame con i politicanti. E invece di aumentare i controlli del cittadino sulla politica, e sulla burocrazia, si sono ridotti sempre di più gli spazi di controllo dei cittadini. Tanto che la maggior parte della razza di homo videns si è adattata alla democrazia delegata, mediatica, dello spettacolo.

Questo fenomeno condusse Pasolini, negli anni ’60, a parlare di mutazione antropologica; oggi siamo di fronte ad una mutazione sub-antropologica; siamo stati ridotti a spettatori di un’Arena, di una telenovella continua, dove non conta più il nostro giudizio, il ns. parere. Se ne occupano loro: i comunicatori, prima Berlusconi, adesso Renzi.

Sta circolando la voce che il PD, nelle prossime elezioni, metterà il nome “Renzi” nel proprio simbolo. Non c’è nulla di male, penseranno in molti. E invece, sì. Basta vedere che cosa sta succedendo in Forza Italia, un partito che non esiste, né come iscritti, né come organi democraticamente eletti. È basato su una sola persona, e con l’uscita di scena di Berlusconi, è destinato a squagliarsi.

Se il PD metterà il nome “Renzi” nel proprio simbolo, imboccherà una strada che lo porterà al disfacimento.

Qualcuno lo aiuti a scendere dal cavallo, prima che sia troppo tardi.

Sulle cosidette riforme delle Province e del Senato diremo prossimamente, quando sarà chiaro che cosa ne vuol fare Renzi (se lo sa almeno lui). Ora non vorremmo annoiarvi, ma una cosa la vorrei dire, su Renzi e Obama.

La settimana scorsa l’amministrazione americana è venuta in Europa per richiamarla ai propri doveri. Poi è venuta in Italia, l’anello più debole della catena. Obama ha fatto gli esami a Renzi, Kerry li ha fatti alla ministra degli esteri Mogherini. I due scolaretti si sono messi in riga. Non si parla più di ridurre gli F35 da 90 a 45. Anzi, Renzi ha detto che l’Italia farà il proprio dovere su tutti gli scacchieri mondiali. Qualcuno lo aiuti a pesare (o a pensare) le parole. Ma se non siamo in grado di svolgere un ruolo politico (né militare) nel Mediterraneo, il nostro mare!

Fortuna che Obama è andato per un’ora al Colosseo. E lì ha trovato una cittadina vera, l’architetta Nazzaro, stipendio da 1500 euro al mese. Per un’ora lei ha veramente rappresentato l’Italia. È stata l’italiana che ha avuto più tempo a tu per tu con la persona che ha in mano il destino del mondo. Lei, una di noi, ha illustrato il monumento più grande del mondo, italiano, carico di storia e di arte. E ha svolto ottimamente il suo ruolo. Onore alla Nazzaro!

Homo Videns   

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