Il Tempietto di S.Lorenzo: abbiamo ricevuto da una delle due volontarie un resoconto sulla Chiesa di San Lorenzo martire

Domenica 16 ottobre si è svolta la FaiMarathon che come ogni anno apre al pubblico, piccoli e grandi tesori della nostra Italia;

e grazie alla Fai - delegazione di Brindisi è stato realizzato un itinerario dal nome "Le chiese a cupola in territorio brindisino" con  quattro luoghi della nostra zona: Chiesa Madonna di Gallana ad Oria, Tempietto di S.Miserino a S.Donaci, Chiesa di S.Benedetto a Brindisi e il Tempietto di S.Lorenzo Martire a Mesagne

Io voglio guidarvi in quest'ultimo percorso, Tempietto di S.Lorenzo Martire, forse perchè sono di Mesagne o forse perchè è stata una scoperta anche per me, come per moltissimi altri che vi hanno partecipato, ammirando un piccolo tesoro secolare, uno scrigno, con vicende e cambiamenti che si sono verificati dopo la sua costruzione.
 
Il Tempietto fu costruito sui resti di un vecchio  tempio pagano  dedicato a Giano Bifronte  ed intitolato  dai dominatori greci al martire Lorenzo. 

E' una chiesa prebizantina costruita intorno al V-VI d.c. come si evince da alcuni testi storici, è largo 11 mt e lungo 14 mt e viene considerato, per le sue dimensioni, unicum in Puglia. 

Quì vi fu praticato il culto fino al XVI sec. d.c.
In origine era una chiesetta di campagna, aveva la funzione di "cura animarum" per la popolazione che abitava fuori Mesagne, come tutti gli altri edifici ecclesiastici presenti in zone decentrate.

Come si può notare, ha una planimetria particolare e si colloca nella tradizione architettonica del mondo romano-ellenistico, che conobbe la sua diffusione a partire dal III secolo d.C.


Planimetria Tempietto S.Lorenzo Martire

La copertura originale si ritiene sia crollata nel XVI secolo e, sostituita con le attuali volte. Le fiancate furono rifatte  nel sec. XVII per allargare le navate laterali che comunicano con la centrale attraverso archetti poggianti sopra pilastri quadrangolari.

Internamente ci sono 3 navate con 4 pilastri sormontati da archi. la navata centrale, con volte a vela, è larga quasi il doppio di quelle laterali   Il vano centrale del presbiterio è sormontato da una cupoletta e le tre absidi da semicupole. 
 
La chiesetta un tempo terminava con il "nartece" (termine greco  che indicava una struttura tipica delle basiliche dei primi 6-7 secoli del Cristianesimo. andato poi scomparendo a partire dal VII secolo.). Questa struttura era coperta con capriate di legno e tegole e, probabilmente, anche  i segni di pitturazione che ancora si vedono all’esterno dell’edificio, dovevano essere degli affreschi portati via nel tempo.

Quì attendeva la gente prima di essere battezzata.

La Messapografia - ph Jovanka Ignoni
 
Per tanti anni questa chiesetta è stata utilizzata come macello, come già si leggeva in "La messapografia ovvero Memorie storiche di Mesagne in Provincia di Lecce" del 1870: "lapidibus quadratis contextum, figuraque concameratum, quod magnae vetustatis vestigia prae se fert". (Ho scoperto di avere questa ricchezza nella mia libreria, di proprietà di mio padre, un libro che contiene tanta storia e storie che è bello far conoscere ai mesagnesi  e non).
 
Successivamente, nella seconda metà del XIX secolo, fu adattata a deposito comunale. Dopo i restauri iniziati nel 1986 la chiesa è stata riconsacrata e riaperta al culto nel 1998.

Ph di Carmelo Colelli - 1968

Rosone polilobato - Ph Jovanka Ignoni

L'ingresso del tempietto risale al '600 ed ha un rosone polilobato, mentre esternamente si trova un sarcofago di età romana (formato da un blocco monolitico fatto di pietra locale:il tufo) che è stato trasportato da Masseria Moreno prima dei lavori del 1998 da A.Nitti. 
Non si sa cosa si nasconde in questo sepolcro anche perchè non sono mai stati effettuati scavi.

Sarcofago - Ph Jovanka Ignoni

Internamente alla chiesetta si possono ammirare ciò che rimane degli affreschi, già distrutti con i restauri nel 1787, come ne accerta il Mavaro da alcuni cittadini "male intesi di quelle pregevoli antichità".

Alcuni affreschi (sinistra in basso S.Benedetto A. -  destra in alto S.Leonardo - Ph Jovanka Ignoni

 
Si può contemplare per esempio, l'affresco in cui sono raffigurate due figure; alcuni pensano che siano Costantino ed Elena, altri invece  S.Marina D'Antiochia ( alla cui destra si nota una serie di lettere greche scritte in bianco dall'alto verso il basso e disposte in coppia ) e l'altra santa potrebbe essere identificata come Caterina o Cristina.
 
 
 
Affreschi (S.Antonio A. e S.Stefano S.) - Ph Jovanka Ignoni
Interno tempietto con resti affresco dell'Ultima cena -      Ph Jovanka Ignoni

 Resto dell’aureola del Pantocratore. ed altri non identificati - Ph Jovanka Ignoni
Ma ciò che emerge di particolare,è una trascrizione in greco, che riporta questo incipit "Ricordati Signore del tuo servo, e il nome del committente… “ . Molto usato in quei tempi nel formulario di quelle votive, di cui si possono vedere numerosissimi esempi nelle varie cripte salentine, come esempio a Carpignano (Le).

Resto affresco di S.Lorenzo M. con trascrizione greca - Ph Jovanka Ignoni
Entrare in questa piccola chiesetta mi ha aperto un mondo,ho usato l'immaginazione per rivivere secoli di eventi che si sono susseguiti fino ad oggi, come il  trascorrere delle giornate,guerre,i lavori nelle campagne, gli animali da lavoro, etc.....

Abbiamo qualcosa di inestimabile che bisognerebbe far scoprire a tutti e far amare, in modo da far tramandare ai posteri tutto ciò che si è costruito fin oggi:

Solo con la passione per la propria terra ci si può impegnare nel preservare, promuovere e arricchire la memoria degli avvenimenti e salvagardare i nostri tesori architettonici, naturalistici e storici.
Vi lascio con questa frase significativa di Carmelo Colelli:
"Le pietre parlano! Bisogna saperle ascoltare! Sono testimoni della Storia e delle storie"
 
Jovanka Ignoni

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