Palmiro De Nitto: Verso il centenario della nascita di Enrico Berlinguer (25 maggio 1922 - 25 maggio 2022)

Oggi è la volta di Palmiro Denitto, all'epoca membro della segreteria provinciale del PCI e speaker della manifestazione del 29/4/79 (ritratto nella foto mentre annuncia gli interventi)

Gli anni 70 racchiudono un periodo bellissimo della mia militanza (ma non credo solo della mia). Anni intensi e difficili che hanno contenuto storiche e straordinarie vittorie: l’affermazione nel Referendum nel 1974 che difendeva quella grande conquista democratica e civile che fu rappresentata dalla legge sul divorzio, lo straordinario risultato del PCI  delle elezioni Regionali del 1975 (oltre il 33% su base nazionale, a soli due punti dalla DC), che indusse la DC un anno dopo alla chiusura anticipata della legislatura, il grande risultato del PCI nelle elezioni politiche del 1976 (per la prima volta con il voto ai diciottenni) nelle quali il PCI ottenne oltre il 34% dei consensi, a pochi punti percentuali dalla DC , che segnò l’avvio dei governi di unità nazionale con il nome di Compromesso Storico.

Non mancò la controffensiva dei poteri forti italiani, l’apparire delle Brigate Rosse, dei gruppi eversivi di destra, che si sostanziò nella cosiddetta strategia della tensione.

Il rapimento e l’uccisione di Moro nella primavera del 1978 segnarono in sostanza la fine del compromesso storico e in questo clima si svolsero le elezioni politiche del 1979 e la manifestazione in Piazza Santa Teresa con il compagno Berlinguer.

Si avvertiva il peso degli eventi che si erano susseguiti nello spazio di un anno (Brindisi era ancora segnata dal tragico evento dell’esplosione del P2T Montedison) e si intuiva che quegli eventi avrebbero pesato enormemente sul risultato delle elezioni politiche del 1979, nelle quali il Pci raggiunse il 30,38%.

Questo non spense l’entusiasmo dei militanti, di migliaia di elettori e di tanta gente comune che tributarono al compagno Berlinguer l’omaggio che doveva essere riservato ad un capo riconosciuto in Europa di una grande forza democratica quale era il PCI, che avrebbe avuto la sua definitiva affermazione come forza di governo con la grande vittoria nelle Europee del 1984, in cui risultò essere il primo partito in Italia.

Va ricordato che a distanza di una settimana, il 10 giugno, si sarebbero svolte le elezioni europee, nelle quali il Pci mantenne sostanzialmente i risultati delle politiche, con il 29,57%, segnando comunque un forte arretramento in entrambe le consultazioni rispetto al risultato del 1976.

Non sono mai stato berlingueriano. Io mi riconoscevo nelle posizioni di Ingrao. Tutta la fase della sua direzione da Segretario fu una fase di forte dialettica interna nel PCI, rappresentata in modo evidente dalle posizioni di Ingrao (la “sinistra” critica verso il compromesso storico) e Amendola (la “destra” riformista). Ma questa è un’altra storia che forse varrà la pena raccontare con altra iniziativa, come meriterà senza dubbio la dovuta attenzione la fase storica contrassegnata dal disegno di costruzione di una forza comunista europea, quello che fu definito Eurocomunismo.

Ma non ho mai smesso di amarlo e rispettarlo per quello che rappresentò per tutti i militanti comunisti: la certezza di avere una guida forte, democratica, senza ambiguità che potevi condividere oppure no. Ma nessuno di noi ha mai pensato di non riconoscersi in lui. Lui ci rappresentava tutti.

Il ricordo che conservo è indelebile e mi restituisce pur dopo tanti anni un uomo forte seppure fragile, fortemente convinto nell’indicare una strada nuova per le forze socialiste in Italia e in Europa, sapendo con certezza che rappresentava per milioni di uomini e donne la speranza di una società migliore.

Ebbi l’onore di guidare un gruppo di pochi compagni, in particolare ricordo Giovanni Brigante, addetti a vigilare su di lui la notte in cui preparava il comizio in una stanza dell’Hotel Internazionale.  Si respirava una forte tensione e ci toccò l’oneroso compito di provvedere alla sua tranquillità per qualunque bisogno si fosse presentato.

Morì e non avrebbe mai visto il triste epilogo di quella grande forza che fu il PCI, soprattutto il suo PCI.

Palmiro Denitto

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