Riforma del Terzo Settore e futuro delle reti associative: l’On. Mariano incontra il Csv

“La partecipazione che ha sostenuto e seguito la Riforma del Terzo Settore e l’approvazione della Norma deve adesso caratterizzare anche la scrittura dei Decreti legislativi

perché lo spirito originario informi tutti i passaggi previsti. Ad iniziare dal ruolo delle reti associative e dei Centri servizi volontariato che in questi anni sono stati veri e propri presidi territoriali di democrazia, inclusione, integrazione, tutela territoriale”.

Ad affermarlo sono i parlamentari Pd Salvatore Capone ed Elisa Mariano che nei giorni scorsi hanno incontrato i responsabili dei Csv Salento e di Brindisi,Luigi Russo ed Isabella Lettori, raccogliendo il punto di vista del “Comitato promotore per un percorso partecipato della Riforma del Terzo Settore” sullo Schema di decreto legislativo “recante misure di sostegno allo sviluppo del terzo settore”, e soprattutto il timore delle oltre mille associazioni presenti nel Comitato, tra cui moltissime reti salentine e pugliesi, che nel Decreto suddetto possano ingenerarsi discrepanze con quanto affermato e ribadito nella Legge Delega e una sostanziale penalizzazione delle reti di volontariato.

“Abbiamo già avanzato richiesta di incontro al Sottosegretario Bobba sui temi emersi e sui timori, più che legittimi, avanzati dai responsabili dei Csv, affermano gli Onn. Capone e Mariano. “Le osservazioni presentate nel documento La parola ai volontari non possono essere ignorate e riteniamo che il Documento costituisca una utilissima base di confronto e discussione perché i Decreti siano a tutto tondo nello spirito della norma e in coerenza con l’esperienza concreta dei territori.

La Riforma rappresenta un vero e proprio punto di svolta, un giro di boa eccezionale ed è evidente l’attenzione di tutto il terzo settore verso la fase di scrittura dei Decreti attuativi che dovranno assolutamente, questo è il punto di vista che porteremo anche in Commissione Affari sociali e in Aula, riflettere lo spirito della Norma ed essere leva per un radicamento ancora più forte ed inclusivo dei soggetti che a vario titolo vi si riconoscono. Condividiamo, d’altra parte, il timore di un ruolo preponderante delle Fondazioni bancarie con il rischio di una decimazione dei Centri servizio e di un conseguente impoverimento della ricchezza territoriale finora espressa e garantita.

Naturalmente, parliamo di uno Schema di decreto ancora in fase di studio e non ancora approvato dal Consiglio dei Ministri. Proprio per questo, e ancor prima del confronto in Commissione e in Aula, è utile e necessario che il punto di vista delle realtà del terzo settore sia tenuto in debito conto nella fase preparatoria dell’articolato”.

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