Parole Oblique: Marco Ferrante (LA7) a Mesagne

Riprende la rassegna letteraria ‘Parole Oblique’ organizzata dall’Associazione socio-culturale RiCreAzione.

Domenica 16 ottobre alle ore 19:00 il vicedirettore di LA7 Marco Ferrante presenterà il suo romanzo “Gin tonic a occhi chiusi” (Giunti) nella Sala Nobile del Castello di Mesagne.

Un libro caustico e spietato, dall’ironia affilata e implacabile, che racconta il punto di congiunzione tra una titubante e disorientata borghesia e la politica, fra gossip, scandali e corruzione di una Roma bellissima eppure in via di decomposizione, sfavillante ma vuota, vacua.

L’evento, organizzato in collaborazione con Libreria Idrusa di Alessano, sarà moderato dalla giornalista Silvia Di Dio.

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‘Gin tonic a occhi chiusi’ è il quarto libro di Marco Ferrante, giornalista e scrittore nato a Martina Franca nel 1964, sposato e con tre figli.

Il romanzo ‘scivola via surfeggiando fra un’ironia e l’altra – perché lo stile di Ferrante ha un fondo di sapida comicità – ci disvela una Roma sufficientemente nauseante e come vana, una grandissima provincia con tante zone verdi e monumenti ma pur sempre provincia – forse a Fellini sarebbe piaciuta una descrizione così – e un quadro di rapporti umani abbastanza deprimente, con tutti questi personaggi in cerca di se stessi e di un gin tonic.’

‘Su uno sfondo di case costose e ben arredate, Martini al Plaza, scandaletti politici, pettegolezzi, colpi bassi e molta ipocrisia, i Misiano condurranno il lettore in luoghi dove a governare con grande nonchalance è un vuoto spettrale. ‘

‘La famiglia di scena nel romanzo ha come capostipite la matriarca Elsa e protagonisti i figli, tutti intorno ai 40 anni. Paolo, onorevole alla prima legislatura tendente all’inettitudine. Gianni, fiscalista di successo che ha scelto il soldo e non se ne pente. Ranieri giornalista sfastidiato coi vezzi del presunto genio. Intorno mogli, figli, amanti. Ferrante mette in fila i fatti per stilare una galleria di tipi psicologici in azione e di relazioni pericolose partendo da micro-fatti simbolici. Un romanzo borghese, appunto. Come da tempo non se ne facevano più.’

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